Vitra la spunta ancora una volta su High Tech. E le acque tra l’azienda svizzera, tra le più note al mondo nel mercato dell’arredamento di alto design, e il negozio milanese di tendenza High Tech tornano ad agitarsi a quattro anni dalla sentenza sulla Panton Chair, ormai una pietra miliare nella tutela del design d’autore.
Il tribunale di Milano, con una sentenza del 2 agosto (estensore il giudice Claudio Marangoni), ha bloccato le copie cinesi di una ventina di prodotti del catalogo Vitra in vendita da High Tech (anche online) sostenendo che quest’ultimo non poteva né potrà più vendere le copie di importazione cinese.
Non solo. La sentenza del tribunale milanese ha stabilito che l’attività di High Tech costituisce concorrenza sleale ai danni di Vitra e ha riconosciuto anche il diritto patrimoniale d’autore della società svizzera sul prodotto di punta, la Lounge Chair Ottoman disegnata da Charles e Ray Eames nel 1956.
«La causa proseguirà a partire dalla metà del mese di ottobre, limitatamente alla quantificazione dei danni subiti da Vitra a causa dell’attività di High Tech – commenta Gabriel Cuonzo, avvocato dello studio Trevisan Cuonzo che ha difeso le ragioni di Vitra – ma la novità vera di questa pronuncia sta nel fatto di aver stabilito con chiarezza un concetto, quello che non si può copiare anche a prescindere dal diritto d’autore. Nel caso in esame, infatti, la provenienza cinese era ed è lampante: High Tech non l’ha mai nascosta. Ma il divieto va ben oltre, toccando anche le riproduzioni molto caratterizzanti».
Vietato copiare, dunque, anche perché i falsi alterano i meccanismi fisiologici del mercato. High Tech, dal canto suo, ha sempre sostenuto di voler democratizzare il design d’autore riproducendo oggetti noti a prezzi accessibili. Prodotti come la poltrona di Eames sono oggetti aspirazionali e in quanto tali desiderati da una platea più ampia di quella che può permettersi di acquistare l’originale prodotto da Vitra.
Intanto, le copie del catalogo Vitra sono sparite da quello online di High Tech.
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