Nel giro di pochi anni, sono aumentati a dismisura i business plan in circolazione ma lostacolo più grande è trovare degli investitori pronti a finanziare un progetto per aiutarlo a spiccare il volo.

Nel giro di pochi anni, sono aumentati a dismisura i business plan in circolazione ma l’ostacolo più grande è trovare degli investitori pronti a finanziare un progetto per aiutarlo a spiccare il volo.

Gli italiani, si sa, sono un popolo di creativi ma se le innovazioni non vengono lanciate sul mercato, rimangono solo progetti sulla carta. Il metodo più efficace per trasformare le idee in imprese di successo sono le start-up che permettono ai giovani innovatori di sperimentare e avviare un’attività imprenditoriale. 
LA VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO. Certo, il percorso non è semplice, anche perché bisogna ammettere che fino a poco tempo fa non esisteva questo tipo di cultura, ma i tempi sembrano maturi. C’è voglia di sperimentare e di mettersi in gioco perché, in un momento in cui il lavoro bisogna inventarselo, in molti sono disposti a rischiare. Così nel giro di pochi anni, sono aumentati a dismisura i business plan in circolazione ma l’ostacolo più grande è trovare degli investitori pronti a finanziare un progetto per aiutarlo a spiccare il volo.
IL CONCORSO MIND THE BRIDGE. Per favorire l’incontro con venture capital e un primo approccio con un ambiente veramente innovativo è nato qualche anno fa Mind the Bridge: il progetto si occupa di creare un ponte tra le start-up italiane e la Silicon Valley. Ogni anno viene lanciata una competizione con l’obiettivo di trovare le idee più innovative tra gli italiani che partecipano alla selezione. Questo metodo favorisce il confronto fra gli innovatori e promette un’esperienza di formazione utile per sviluppare il progetto presentato e la possibilità di entrare in contatto con un network capace di offrire suggerimenti e consigli per garantire il successo dell’idea. La selezione ovviamente termina con un vincitore a cui viene offerta l’opportunità di trascorrere un periodo a San Francisco. Proprio nella Silicon Valley.

Timbuktu, l’idea tutta in rosa

Il team di Liquidweb.

Il team di Liquidweb.

Il progetto, vincitore dell’edizione 2012, è Timbuktu. Fondata da Elena Favilli e da Francesca Cavallo, la start up ha creato la prima rivista dedicata ai bambini per iPad. «Abbiamo appena avuto la notizia che siamo stati presi da 500startups, l’acceleratore più hot della Silicon Valley, fondato da Dave McClure», racconta con entusiasmo Elena Favilli. «65 mila dollari e una rete di mentor pazzeschi. Siamo la prima start up italiana che viene ammessa». 500startups è un bel traguardo per gli incubatori di impresa che possono trovare investitori capaci di offrire i finanziamenti necessari per partire. 
APP PER AVVICINARE GENITORI E FIGLI. La storia di Timbuktu è nata da un’idea che, grazie all’impegno, sta diventando un’importante realtà. Prima i concorsi per start up, poi il premio Mind the Bridge e ora a San Francisco, per cercare investitori e continuare a mettere a punto il magazine pensato per i più piccoli. Attraverso storie animate e video, si affrontano diversi temi di attualità, cercando però di utilizzare un linguaggio comprensibile ai bambini, di solito poco considerati dai circuiti dell’informazione.
TEMATICHE ADATTATE AI PICCOLI. Temi importanti, il primo è stato quello sui cambiamenti climatici, vengono adattati tenendo però presente i metodi educativi. A differenza dei video giochi o della televisione, Timbuktu è un momento di condivisione tra genitori e figli che possono utilizzare le applicazioni come un istruttivo intrattenimento.
IL CONTROLLO CELEBRALE DI LIQUIDWEB. Tra i primi tre selezionati da Mind the Bridge, c’è anche il progetto di Brain Control presentato da Liquidweb, una start up che ha come obiettivo quello di trasferire i risultati della conoscenza nel campo delle tecnologie. Muovere gli oggetti con la forza del pensiero è un sogno comune ma questa innovazione va oltre, e l’obiettivo è di applicarla in ambito assistenziale per supportare i pazienti affetti da patologie.
«Un’esperienza di innovazione incredibile», racconta Pasquale Fedele, fondatore di Liquidweb, raccontando l’avventura americana. «È stato interessante poter vivere il dialogo con gli imprenditori, vedere a San Francisco un ecosistema unico al mondo, osservare il lavoro nella Silicon Valley dove l’innovazione viene spinta al massimo per fare in modo che nel giro di 2-3 anni sia sul mercato». 

Il circolo virtuoso università-impresa: il caso Interviewevb

Le ''menti'' di Intervieweb.

Le “menti” di Intervieweb.

Le università, il mondo finanziario, gli imprenditori sono strettamente collegati tra loro per dare la possibilità di trasformare idee in imprese innovative da essere lanciati sui mercati internazionali nel giro di pochi mesi. «La selezione è molto dura», spiega Fedele. «Uno studente universitario di solito contrae un debito per iscriversi all’università che ha dei costi proibitivi: Berkeley circa 50 mila dollari all’anno per tre anni e Stanford circa 150 mila dollari. I giovani sanno già, dopo essersi laureati, che per un periodo lavoreranno solo per pagarsi il debito ma sono anche consapevoli che una volta usciti da quelle università non avranno problemi ad inserirsi nel mondo del lavoro. Il primo obiettivo poi è costituire una start up, se parte nell’arco di tre o sei mesi, si continua altrimenti si decide di abbandonare il progetto e andare a lavorare alle dipendenze altrui».
DIVENTARE IMPRESA IN POCHI MESI. Le possibilità offerte sono molteplici: ogni sera convention, workshop ed eventi dedicati riescono a valorizzare le idee e ad offrire le opportunità per diventare imprese in pochi mesi e non in anni, come spesso avviene in Italia.
Raccontando la sua esperienza negli Stati Uniti, Pasquale Fedele continua: «Ogni due o tre isolati ci sono degli sportelli di venture capital, tutta la finanza gira intorno a questo mondo. Bisogna però puntare a quote di mercato su scala internazionale, gli investitori stranieri non cercano aziende che hanno solo una sede in Italia ma preferiscono avere referenti sul luogo. Se si arriva lì però è tutto basato sul merito perché l’idea deve essere commercializzata e i finanziatori poi vogliono guadagnare 10-15 volte di più per esplodere sul mercato internazionale». Una selezione difficile ma i risultati sono concreti e, soprattutto, vicini nel tempo.
IL RECRUITING SI FA ONLINE. I risultati ci sono come dimostra Azzurra Giorgio, Ceo di Intervieweb che ha partecipato due anni fa alle selezioni di Mind the Bridge: «Abbiamo ricevuto dei riscontri positivi e dei contatti con i finanziatori e clienti, inoltre partecipiamo a un network di relazioni con altre start up tecnologiche».
Nel 2010, Intervieweb era una start up ma ora la struttura si è ampiamente consolidata e il prodotto proposto è stato migliorato inserendo alcuni aspetti richiesti dai clienti e dal mercato. Il progetto riguarda un software, scaricabile via web, che offre alle aziende la possibilità di avere un database di candidati disponibili da selezionare attraverso un percorso di ricerca e di colloqui a distanza, tramite videoconferenza.
PER LE ESIGENZE DELLE PMI. «L’obiettivo è risparmiare i tempi e i costi per la selezione dei candidati», spiega Azzurra Giorgio.
«Le candidature arrivano sui siti dei nostri clienti che, con installazioni tramite browser, possono pubblicare annunci di lavoro sul loro sito e in contemporanea anche su altri venti siti di recruiting con una visibilità esponenziale».
Il prodotto ha inoltre altre caratteristiche perché è possibile condividere documenti in tempo reale o lo schermo in modo che il selezionatore possa vedere come il candidato risolve i problemi anche in una situazione di stress e pressione. In questo modo, si cerca di scegliere le persone più adatta al lavoro proposto ed è quindi un utile strumento sia per le multinazionali ma soprattutto per le piccole e medie imprese che spesso non hanno budget sufficienti da investire per la selezione del personale.
250 CV PER 40 EURO AL MESE. Uno strumento semplice ed efficace, la cui versione “smart” offre per 40 euro al mese la possibilità di avere 250 curricula e un numero di utenti illimitato, che può trovare uno spazio non solo sul mercato italiano ma anche su quello internazionale. La dimostrazione concreta che buone idee possono diventare imprese conosciute nel mondo.

Sabato, 31 Marzo 2012