Affitti calmierati per dodici anni. E la possibilità di riscattare l’immobile a un prezzo che non supera i 1.600 euro al metro quadro. Ma anche architettura e design curato, arredamento funzionale e attenzione all’ estetica.
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Il futuro dell’edilizia è nel punto d’incontro tra low cost e qualità: il social housing, che rappresenta non solo un sinonimo ma una vera e propria evoluzione dell’edilizia sociale, nasce per assecondare le esigenze di mercato (quelle dei giovani che di rado possono permettersi una casa e ripiegano sugli affitti; quelle di un ceto medio con un potere d’acquisto sempre più limitato) e promette di plasmare in modo innovativo città e periferie. Anche in Italia, sul modello di molti paesi europei – Svezia, Francia – e non – Brasile, Usa – nei quali è già una realtà ben avviata. «Si tratta di una formula abitativa con appartamenti già arredati, inseriti in un contesto urbano nuovo e attrezzato – dice Carlo Matthey, amministratore unico di My Exhibition, che al Made Expo ha organizzato il progetto Social Home Design “Abitare il futuro” in collaborazione con FederlegnoArredo –; è un nuovo concept che rappresenta una grande opportunità di investimento sia per i Comuni sia per i privati». I dati di FederlegnoArredo confermano questa tendenza: per i prossimi anni si prevede in Italia una dotazione finanziaria pubblico-privata pari a circa 10 miliardi di euro per realizzare 50mila nuovi alloggi sociali e soddisfare così una domanda che, a oggi, in Lombardia è pari al 42,1% (elaborazione Cresme, calcolo in funzione della capacità di spesa).
A dare una forma a questo concetto è la già citata mostra Social Home Design “Abitare il futuro”, che al Made Expo porta quattro progetti di altrettanti studi di architettura. Idee diverse tra loro attraverso cui la social house made in Italy diventa realtà: “La casa degli sguardi” dello studio Luca Scacchetti è un’abitazione prefabbricata a basso impatto ambientale, realizzata in legno. “Rinascimento”, dello Studio Marco Piva, è un modello abitativo che mescola sostenibilità e costi bassi. “Natural Lounge e Conference Hall” di Ilaria Marelli mette invece a fuoco l’insieme degli spazi comuni: una sala conferenze e una lounge con orto a metri zero. «Sono fondamentali perché il carattere social del progetto abitativo emerga davvero – dice Marelli – ma soprattutto, se condivisi con persone esterne, evitano che questi nuclei diventino una sorta di ghetto: per questo ho voluto un portale aperto, fatto solo di colonne». Pierandrei Associati ha creato infine “My Lane”, non tanto un componente della casa sociale, quanto un servizio condiviso, quello di uno spazio fitness, che porta a valorizzare le aree comuni in città. «Lo scopo e la sfida del social housing – spiega Luca Scacchetti, titolare dell’omonimo studio – è costruire abitazioni di qualità con un prezzo ridotto. Noi ci abbiamo provato: con l’aiuto di due aziende italiane, Stratex e Misura Emme, abbiamo realizzato una casa in legno a parete portante che, oltre ad abbattere i costi energetici, riduce le spese di costruzione perché è pre-assemblata. E abbina a una lunga durata uno scarso impatto sull’ambiente». Il social housing, secondo Scacchetti, è quindi un vantaggio anche per costruttori e privati: «La casa è pronta in tre mesi, basta con i cantieri eterni».
In Lombardia la legge impone a chi avvia un progetto edilizio di destinare il 40% della cubatura all’edilizia sociale: «Il social housing diventerà una realtà a tutti gli effetti e cambierà il mercato immobiliare così come le compagnie low cost hanno trasformato quello dei voli aerei», afferma Matthey di My Exhibition. Agli architetti, intanto, va il compito di sperimentare e proporre nuove idee che siano interessanti per le aziende: «Il nostro ruolo è interpretare i comportamenti e meccanismi sociali – dice Stefano Anfossi di Pierandrei Associati – e allo stesso tempo suggerire un cambio di mentalità: il futuro porterà con sé nuovi modelli di business e chi si chiede se il social housing sia o meno un buon investimento deve pensare che anche Facebook non è nato con lo scopo di fare soldi. Oggi anche nell’edilizia bisogna ragionare con le logiche della comunità 2.0».
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