Sassari, via libera al nuovo anno accademico. Rivoluzione con …

SASSARI -A questo anniversario, che coincide con il primo anno dalla riforma Gelmini, l’Università di Sassari si presenta profondamente trasformata. Tra le novità che scaturiscono dalla Legge 240/2010 e che sono state recepite dallo statuto, approvato nel luglio scorso, vi sono l’istituzione di 13 maxi dipartimenti (Architettura, Design, Urbanistica; Chimica e Farmacia; Giurisprudenza; Economia, impresa e regolamentazione; Medicina Veterinaria; Scienze chirurgiche, microchirurgiche e mediche; Scienze biomediche; Medicina clinica e sperimentale; Scienze dell’uomo e della formazione; Scienze umanistiche e sociali; Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell’informazione; Scienze della natura e del territorio), la disattivazione di 27 vecchi dipartimenti e la nascita entro febbraio di strutture di raccordo che avranno funzioni di coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche. Nelle prossime settimane sono previste, inoltre, la nomina di un direttore generale che prenderà il posto del direttore amministrativo, l’introduzione del bilancio unico d’Ateneo e l’adozione della contabilità economico patrimoniale, non appena sarà emanato il decreto attuativo del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).  

Della riforma Mastino mette in luce l’ambivalenza in quanto “penalizza soprattutto i giovani ricercatori e riduce gli spazi di democrazia dell’università”, ma costituisce paradossalmente anche “la nuova frontiera per difendere l’autonomia universitaria, per valorizzare il merito, per conservare un patrimonio che ereditiamo con emozione”. Con l’avvento della nuova università “saremo giudicati – prosegue – soprattutto se non affronteremo alcuni problemi centrali”: la “spaventosa diminuzione delle risorse”, dovuta al “taglio del fondo di finanziamento ordinario degli Atenei”, lo scardinamento dell’assetto organizzativo delle università, “l’ulteriore precarizzazione dei ricercatori dopo anni di duro apprendistato”, il “blocco degli aumenti retributivi del personale universitario e degli scatti di anzianità”, le limitazioni al turn over, la riduzione dei concorsi e delle progressioni di carriere.

La comunità universitaria sassarese oggi è composta da 665 docenti, 583 tecnici, amministrativi e bibliotecari, 15.351 studenti (dei quali 3.383 matricole), oltre mille dottorandi e specializzandi. L’offerta didattica è articolata in 27 lauree triennali, 6 lauree a ciclo unico e 17 lauree magistrali (50 corsi in tutto, sei in meno rispetto all’anno passato). Nella relazione annuale il Rettore ha evidenziato il calo degli iscritti fuori corso (5.499 contro i 5.646 dell’anno precedente), la consolidata reputazione dell’Università riconosciuta anche dall’indagine del Censis che colloca Sassari al terzo posto tra i medi atenei, l’incremento del 15% degli studenti Erasmus in entrata a conferma di una crescente capacità attrattiva dell’Ateneo verso l’estero. Dati incoraggianti che raccontano come l’Università sia “una risorsa e non un peso”, concetto che sarà ribadito – promette Mastino – in occasione della visita a Sassari del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in programma il 21 febbraio.

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