Raffaella Crespi, l’ architetto custode del design italiano
Addii
Donna intelligente, sensibile, geniale, imprevedibile, brillante, di umiltà davvero rara, fu impegnata in prima persona nella ricerca «politecnica», diventando custode di quella memoria del design italiano costituita da cultura materiale, progettuale e industriale. Nata a Milano il 27 febbraio 1929, Raffaella Crespi trascorse l’ infanzia e l’ adolescenza in zona corso Indipendenza. Il papà fu imprenditore nel settore macchine per caffè da bar, mentre la mamma Anna Cardini era insegnante di italiano, greco e latino. Dopo il diploma al liceo classico «Parini», dove fu nel 1945 tra i fondatori della rivista «La zanzara», Raffaella si laureò in Architettura al Politecnico nel 1955. In quegli anni nasceva quel tipo di design con il quale ancora oggi si identifica il «saper fare» italiano, anzi milanese. Iniziò la carriera universitaria nell’ ambito della progettualità. Nel ‘ 69 ottenne la libera docenza e nel 1980 divenne ordinario di Tecnologia dell’ architettura, quindi di Disegno industriale fino al 2001. Raffaella fu tra i fondatori dell’ Adi (Associazione del disegno industriale), della rivista «Italia Nostra» e della fondazione «Terragni» di Como. Dal 1973 al 1977 Raffaella divenne presidente dell’ Ordine degli architetti della provincia di Milano, carica rivestita per la prima volta da una donna. Intanto Raffaella aveva incontrato nel ‘ 53 l’ ingegnere ed architetto Marcello Grisotti, ordinario a Bari e poi al Politecnico milanese ad Ingegneria, che l’ assunse come redattrice della rivista «Architettura/Cantiere». Un amore che sbocciò giorno dopo giorno, lavorando fianco a fianco. Si sposarono nel ‘ 62. Nel loro studio in zona di Porta Venezia avevano come braccio destro l’ insostituibile Nando Melli. Raffaella curò mostre di rilevanza internazionale come «Il teatro nella Repubblica di Weimar» al Palazzo delle Stelline nel ‘ 79 e «Burattini, marionette e pupi dal Settecento ad oggi» a Palazzo Reale nel 1980. Alcune sue opere di design furono esposte al Moma di New York, a Tokio, Parigi, Londra. Dal ‘ 74 diresse la collana di «Ricerche di Tecnologia dell’ Architettura» per l’ editore Franco Angeli e dal 1988 la serie «Design» per Hoepli. Era affezionata alle gatte: una alla volta, sempre nera e con lo stesso nome maschile, Menelik. Nel tempo libero Raffaella faceva disegni con china e pennarello: fiori, nature morte, paesaggi catturati dalla casa di Gravedona con darsena privata, tra lago e montagne di Lombardia. addii@francomanzoni.it
Manzoni Franco
Pagina 9
(29 novembre 2011) – Corriere della Sera
Article source: http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/29/Raffaella_Crespi_architetto_custode_del_co_7_111129009.shtml