SALONE DI GINEVRA 2012

Pininfarina , il futuro riparte da «Cambiano»

Il carrozziere presenta un’innovativa berlina con il nome della località dove ha sede il centro stile. Ispirata alla Florida del ’57

MILANO- Al Salone di Ginevra Pininfarina fa debuttare una berlina sportiva di lusso a propulsione elettrica, una perfetta combinazione di design, arte e tecnologia all’insegna dello stile italiano e del rispetto dell’ambiente Si chiama Cambiàno e fissa nuovi parametri di eco sostenibilità nel segmento delle vetture di lusso ad alte prestazioni. Da una perfetta integrazione tra le attività di stile e quelle di ingegneria, il risultato è una berlina elettrica plug-in ad autonomia estesa in grado di coniugare le alte prestazioni con un’abitabilità e un confort da luxury car e con l’assoluto rispetto dell’ambiente. A Fabio Filippini, Direttore del design della Pininfarina il Corriere.it ha chiesto quali sono i segreti di questa concept car.


Pininfarina al salone di Ginevra 2012


Pininfarina al salone di Ginevra 2012
   


Pininfarina al salone di Ginevra 2012
   


Pininfarina al salone di Ginevra 2012
   


Pininfarina al salone di Ginevra 2012
   


Pininfarina al salone di Ginevra 2012

Quanta storia della Pininfarina si trova nella bellezza, nella fluidità, nello stile della Cambiàno? «Fin dall’inizio la volontà è stata di interpretare i valori genetici del design Pininfarina: l’eleganza, la purezza, l’innovazione. La Cambiàno conferma questi valori e, al tempo stesso, li proietta nel futuro».

Perché puntare su una berlina sportiva e non su una sportcar? «La berlina sportiva di lusso rientra in pieno negli archetipi innovativi creati dal design Pininfarina. Il pensiero corre subito ad una pietra miliare della sua storia, la Florida II, concept del ’57 che il Fondatore Pinin Farina concepì e costruì per farne la propria vettura personale, una berlina-coupé con un’impostazione architettonica ed una linea che per molti anni influenzarono la produzione mondiale. In un certo senso, quella fu la prima vera concept car della Pininfarina».

La mobilità sostenibile con la formula del plug in range extended crea steccati alla fantasia di un designer?

«L’utilizzo di nuove tecnologie dà al designer l’opportunità di integrare i vincoli e trasformarli in vantaggi. Il tipo di propulsione scelto per la Cambiàno e il posizionamento del pacco batteria nella parte posteriore della vettura hanno consentito di realizzare un’architettura veicolo con il pavimento perfettamente piano, regolare e basso, a favore di un’ottima accessibilità, vivibilità a bordo veicolo e abbassamento del baricentro»

Quali sono i dettagli della Cambiàno che la rendono più fiero? «Il trattamento globale delle superfici, che esprime purezza al 100% pur conferendo un’estetica di carattere. E poi certi dettagli come i fanali posteriori invisibili, la scultura dei passaruota, il tetto traslucido e trasparente».

La gente associa l’auto elettrica a una specie di elettrodomestico viaggiante. Quant’è importante la forza del design per le nuove tecnologie? «Zero emissioni non deve voler significare zero emozioni. Al contrario, le auto con tecnologie eco-sostenibili devono avvalersi di uno stile che evochi in chi le guarda dei valori emotivi. Valori che per Pininfarina sono quelli della bellezza, della purezza e dell’eleganza, non quelli dell’aggressività e della ridondanza».

Nella Cambiàno non c’è solo l’emozione della carrozzeria ma anche la rivoluzione dell’allestimento e degli spazi interni. Quali sono i punti più eclatanti?

«La Cambiàno è espressione dell’auto come progetto globale ed è quindi coerente in ogni dettaglio tra il design dell’esterno e quello dell’interno, così come tra i colori, i materiali e l’utilizzo delle tecnologie. Abbiamo giocato sull’associazione di valori complementari come equilibrio e contrasto, solidità e trasparenza, e abbiamo disegnato anche i vuoti, non solo i pieni. Punti di forza sono l’importante spazio abitabile, il comfort, l’ergonomia e la sostenibilità ambientale, la trasparenza e la leggerezza della struttura reticolare del padiglione, che lascia trasparire la luce. E la scelta di un materiale riciclato che abbiamo riportato a nuova vita e nobilitato: il legno delle ‘briccole’, i pali di quercia europea usati per segnare la navigazione e per l’approdo delle barche all’interno della Laguna di Venezia».

Paolo Artemi27 febbraio 2012 | 10:37© RIPRODUZIONE RISERVATA