Microprocessori di design
La musica è cambiata per gli home theater, in tutti i sensi. Un tempo erano i naturali alleati delle tv a schermo piatto, l’altra metà del cielo per un’esperienza cinematografica casalinga di qualità. Tutto ancora vero, ma con un’evoluzione sostanziale: stanno diventando il fulcro dell’intera musica domestica, danno voce a programmi e film ma anche a videogiochi e, soprattutto, a dispositivi portatili di ultima generazione. Viene meno, insomma, almeno a livello di uso pratico, la distinzione tra l’impianto hi-fi e l’home theater stesso: i due piani, per esigenze di spazio e sintesi, vanno a convergere.
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Ecco che alcuni tra i nuovi dispositivi nascono con un alloggiamento di serie per adagiare l’iPod o l’iPhone e godersi le canzoni con la stessa intensità di un blockbuster di Hollywood: è il caso dell’elegante Home Cinema set di Loewe; altri, invece, hanno a bordo una connessione senza fili per prelevare l’audio da smartphone, tavolette, pc fissi e portatili, come l’ottimo HX996TS di Lg, i cui diffusori slanciati e totemici vanno decisamente d’accordo con un arredo moderno.
Se la versatilità è il multimediale filo rosso che accomuna l’ultima ondata di modelli, ci sono comunque alcune differenze di fondo che dipendono dall’ingombro che si vuole destinare loro nell’economia degli arredi. Dando per scontato che un subwoofer (un altoparlante) per i bassi sia il requisito minimo, oggi è possibile optare per un unico diffusore, per una coppia, oppure per i classici cinque, ovvero la combinazione tradizionale per un effetto surround vero e non simulato.
Simulazione che comunque è molto all’avanguardia rispetto al passato: banalizzando fino all’estremo per evitare i tecnicismi, le casse di alta gamma in commercio sono un concentrato di tecnologia che “spara” il suono in più direzioni, riuscendo così ad avvolgere l’ascoltatore in un abbraccio sonoro, nonostante le sorgenti siano due o una soltanto.
L’esempio perfetto è il Lifestyle 235 di Bose, che ha una coppia di diffusori visibili, ciascuno con tre altoparlanti integrati, due rivolti frontalmente e uno sul lato. In più ha una specie di intelligenza artificiale che modula il suono in base alla forma e alle dimensioni della stanza, così non bisogna impazzire per cercare di sistemare le regolazioni.
Chi cerca una semplicità portata all’estremo, può orientarsi sulla soundbar HTS9140/12 di Philips, che ha rifiniture in alluminio spazzolato e una comodità non indifferente: la si adagia sotto il televisore ed è pronta all’uso, senza dannarsi a disporre i diffusori in modo appropriato.
Chi pensa che l’occhio, oltre all’orecchio, debba avere la sua parte, è giusto che bussi in casa Samsung e prenda in considerazione il sistema HT-D7200: casse che sembrano delle gocce sonore, subwoofer e lettore blu-ray 3D due volte eleganti grazie a un design estremamente curato e a quel colore bianco che è una voce fuori dal coro del nero assoluto che caratterizza la concorrenza.
Infine, due consigli per gli audiofili cinefili che non hanno problemi di spazio: il modello HT-S9405 di Onkyo con cinque robusti diffusori, un robustissimo subwoofer e la certificazione di qualità «Thx», la stessa delle migliori sale cinematografiche.
Oppure, se non si hanno remore a spendere più di 9mila euro per ciascun diffusore, c’è il BeoLab 5 di Bang Olufsen, dalle dimensioni importanti e, però, con una potenza d’erogazione paragonabile a un jet che atterra in salotto oppure, per usare un’espressione più soft, a un’orchestra sinfonica che si esibisce tra le mura domestiche. In ogni caso è preferibile avere un vicinato particolarmente paziente oppure, meglio ancora, del tutto assente.
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