di Giulia Cimpanelli

“Piuttosto di uno stage in uno studio, meglio cercare modi per sfogare la propria creativitàâ€�. Tanto è comunque gratis. Di lavoro retribuito, o perlomeno di rimborso spese, proprio non se ne parla. Alice Bailetti, 24 anni, nel maggio 2011 si è laureata in Design d’interni all’Accademia Italiana.

A luglio ha trovato il primo stage, in uno studio della sua città, Bizzarri Design di Pesaro. Che fortunata: a neanche due mesi dalla laurea la prima opportunità di accedere al mondo del lavoro. Sì, perché la proposta era la seguente: due mesi di stage a titolo gratuito e poi l’assunzione. “In realtà, con la scusa della futura assunzione, i mesi di tirocinio sono diventati quattro. – racconta – Poi due mesi di prova retribuiti e dopo il licenziamento: l’azienda stava per fallire e ha messo in cassa integrazione alcuni dipendenti. Ovviamente non mi hanno riconfermataâ€�.

Da quel momento Alice ha continuato a cercare occupazione: “Nel mio settore nessuna possibilità. Quindi quest’estate ho lavorato come animatrice in spiaggia, poi ho trovato una collaborazione con uno studio di architettura di Pesaro, Ama Architetti�. Collaborazione sì, ma anche in questo caso su base volontaria.

“E’ uno studio di un giovane architetto il cui core business è la partecipazione a concorsi internazionali. Sono tanti i giovani neolaureati che, come me, mettono a disposizione la propria creatività�. Ma se il progetto vince il concorso gli introiti vengono suddivisi equamente. Peccato che aggiudicarsi il podio in una kermesse di design o architettura non sia all’ordine del giorno. Quindi, per ora, in tasca ad Alice nemmeno uno spicciolo.

Certo la soddisfazione di poter sfogare la propria creatività, senza riconoscimenti, a beneficio di qualcun altro: “Almeno faccio esperienza e mi tengo allenata: durante il primo stage invece di farmi fare la designer ero diventata un semplice disegnatore autocad e non ho imparato nulla�.

E dire che, dopo il termine dell’Accademia a Firenze, avendo già trovato un tirocinio,  Alice aveva rifiutato un’altra opportunità: quella di partecipare, insieme a un’azienda toscana, a un progetto da esporre al 100% Design di Londra. Ovviamente senza retribuzione.

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