Mister G ci regala un’altra “chicca” con il Doodle di oggi. Dopo aver portato alla ribalta del grande pubblico lo spagnolo Juan Gries, pittore cubista discepolo di Picasso, stavolta è il turno di Ludwig Mies van der Rohe, design e architetto tedesco, considerato, al pari di Le Corbusier, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright e Alvar Aalto, un maestro del Movimento Moderno. L’occasione è offerta dal 126esimo anniversario dalla nascita: avvenuta il 27 marzo del 1886 ad Acquisgrana.
Il logo del celebre brand di Palo Alto, così, viene “inscatolato” per un giorno nella riproduzione del Chicago’s Armour Institute of Technology (poi ribattezzato Illinois Institute of Technology) di cui Mies fu preside, ma prima ancora designer. Conditio sine qua non che pose al momento dell’offerta dell’importante incarico cattedratico.
Mies van der Rohe, quinto di cinque fratelli, muove i primi passi a Berlino, dove si trasferisce a soli 19 anni. Qui riesce ad entrare in uno studio di designer, che gli permette di acquisire i primi rudimenti di architettura, disegnando mobili. La svolta arriva nel 1907, quando comincia a lavorare con Peter Behrens, nel cui studio opera al fianco di Gropius (e per breve tempo anche di Le Corbusier), contribuendo alla realizzazione della Fabbrica di turbine AEG.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, è costretto ad una pausa di riflessione, che dedica soprattutto all’aggiornamento professionale. Negli anni venti, comincia a collaborare con una rivista di design e progetta grattacieli – che non vedranno mai la luce – dalla particolare forma e costituzione completamente a vetri. Dieci anni dopo, quindi, è costretto alla fuga a Chicago, negli Stati Uniti, a causa dell’ascesa del nazismo. Qui la sua influenza, come designer, era già notevole: era stato il direttore della scuola del Bauhaus per molti anni e aveva vinto numerosi e importanti concorsi per la progettazione di opere architettoniche.
Ricordato per i suoi motti, Less is more (il meno è più) e God is in details (Dio è nei dettagli), negli anni americani progetta e realizza numerosi edifici di pregio, sino alla morte del 17 agosto 1969. A margine si segnala la gestione del suo archivio, in una sezione indipendente del Moma di New York.
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