Design, tra Interior e hypercomincs: il progetto Casita di Valerio Maria Ferrari
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- I pannelli realizzati per il progetto di interni di Casita di Valerio Maria Ferrari Immagine 1
- Dettaglio dei pannelli lungo la scala. Foto © Eric Laignel Immagine 2
- Una delle possibili combinazioni dei pannelli installati in un ambulatorio di Casita. Foto © Eric Laignel Immagine 3
- Vista interna di Casita con una serie di pannelli narrativi installati. Foto © Eric Laignel Immagine 4
- Dettaglio dei pannelli lungo la scala. Foto © Eric Laignel Immagine 5
- I pannelli sono montati su tasselli di legno fissati ai muri attraverso fasce di velcro, e quindi facilmente spostabili. Foto © Eric Laignel Immagine 6
- I testi, separati dai pannelli con le immagini, sono scritti nelle dieci principali lingue dei paesi di provenienza dei ragazzi. Foto © Eric Laignel Immagine 7
- Le 28 frasi su 64 pannelli autonomi possono essere combinate per creare i dialoghi (o silenzi) dei personaggi. Foto © Eric Laignel Immagine 8
- Dettaglio della combinazione di alcuni pannelli. Foto © Eric Laignel Immagine 9
Valerio Maria Ferrari ha completato il progetto Casita a Bobygny, a nord-est di Parigi, sfruttando strumenti linguistici comuni a quasi tutti gli adolescenti del mondo: il fumetto in tutte le sue diverse declinazioni, soprattutto quelle che usano le nuove tecnologie digitali, come l’Hypercomics, per affrontare il delicato tema del disagio psichiatrico giovanile trasformando la tematica architettonica in “infinite narrazioni possibili”.
Casita è una palazzina a due piani che sorge su un’area di circa 250 mq all’interno del complesso edilizio che ospita l’hôpital Avicenne di Bobygny, a nord-est di Parigi. L’ospedale, sorto nel 1935 con il nome di Hôpital Franco-Musulman, fu creato per curare e monitorare la comunità di circa 65.000 immigrati provenienti dal Nord Africa che, all’inizio degli anni ’30, vivevano nel dipartimento della Seine. Il complesso fu firmato dagli architetti Maurice Mantout, autore tra l’altro della moschea di Parigi, e Léon Azema, uno degli autori del Palais du Trocadéro.
“La Maison des adolescents di Bobigny si trova all’interno del vecchio Ospedale Franco-Mussulmano, in quella che una volta era la casa del direttore e che oggi è stata adibita ad ambulatorio e soprannominata Casita” spiega Valerio Maria Ferrari. “Qui convergono adolescenti con ogni tipo di disagio, francesi e immigrati originari di svariati paesi, con storie, culture e lingue molto diverse tra loro. Il lavoro dell’etnopsichiatra tiene conto, nell’usuale approccio, soprattutto delle difficoltà d’integrazione tra culture e lingue diverse. Quando mi è stato chiesto un intervento per gli interni di Casita, il mio fine era quello di allargare la percezione dello spazio dell’ambulatorio attraverso la creazione di uno spazio virtuale. Il linguaggio alternativo creato come comune denominatore andava poi innestato sul concetto di narrazione e di rappresentazione come accade nello strumento terapeutico dello psicodramma“.
L’Hypercomics è una nuova generazione di fumetti che fonde le novità informatiche, suono, animazioni, e ipertesto (la possibilità cioè di creare connessioni, i cosiddetti link, all’interno o all’esterno di un testo) con le modalità di rappresentazione del fumetto. L’Hypercomics offre cioè la possibilità di creare un proprio percorso di lettura, diverso dalla narrazione proposta dall’autore. L’idea che il fumetto avrebbe potuto essere qualcosa di più di una sequenza lineare e consequenziale d’immagini e testi, ha indirizzato Valerio Maria Ferrari verso un progetto che non fosse statico e definitivo ma interattivo e mutevole nel corso del tempo.
“Ho chiesto quindi la collaborazione di Daniel Merlin Goodbrey e David Baillie, noti autori di fumetti digitali, e insieme al gruppo medico abbiamo definito 5 personaggi, 51 immagini e 64 testi che, combinati in modo sempre diverso, potessero originare storie e narrazioni ogni volta nuove e sorprendenti. Situazioni e personaggi sono stati quindi stampati su pannelli dalle forme irregolari, in dimensioni variabili. L’apparato completo di tutti i pannelli è diventato un’installazione permanente che gli operatori di Casita gestiscono in modo autonomo, spostando, nascondendo, disponendo i pannelli nei vari ambienti attraverso tasselli di legno fissati ai muri dell’ambulatorio. I pannelli sono appoggiati attraverso fasce di velcro ad asola (incollate sul retro a questi tasselli anche muniti di velcro ad uncino) e sono perciò facilmente spostabili da un luogo a un altro con una semplice pressione o strappo. Essendo un luogo pubblico, per la riuscita del progetto erano fondamentali l’assoluta semplicità dello spostamento dei pannelli e allo stesso tempo la loro resistenza e sicurezza“.
I cinque personaggi (Mister Cat Suite, enigmatico signore dalla testa di gatto che lavora nel mondo dell’alta finanza; Space Girl, adolescente dall’abbigliamento “spaziale” rétro-pop; Birdy, una ragazzina che lavora come “piccione viaggiatore”; Old Man Kansas, un vecchio cow-boy dalla barba bianca e un braccio meccanico arrugginito; un cane bassotto senza nome ha un televisore al posto della testa) sono raffigurati in pannelli che rappresentano gli spazi interni reali di Casita, in modo da aiutare i ragazzi nel processo di identificazione/empatia, mentre gli spazi esterni disegnati sono luoghi fantascientifici e surreali, un’apertura sul mondo del fantastico.
“Abbiamo separato i testi dai nostri personaggi – che non si esprimono attraverso i classici ballon all’interno dei pannelli immagini – e abbiamo stampato le 28 frasi scelte su 64 pannelli autonomi, nelle dieci principali lingue (e alfabeti) dei paesi di provenienza dei ragazzi: cinese, ebraico, arabo, inglese, francese, spagnolo, russo, lingala, creolo e tamoul, per lasciare poi all’equipe medica la libertà di organizzare gli eventuali dialoghi (o silenzi) dei personaggi“.
Testi e immagini diventano in questo modo gli elementi costruttivi di una Babele, che con le sue 3.264 combinazioni può creare innumerevoli combinazioni narrative e innumerevoli mondi immateriali al servizio di chi cerca, faticosamente, di ricreare il proprio.
Il progetto Casita contiene un’evidente interazione con l’ambiente architettonico. Il set di pannelli ha un aspetto ornamentale senza essere la decorazione in sé ma solo lo strumento per una decorazione. I pannelli, immagini e testo, nelle loro combinazioni, sono strutturali e indispensabili alla realizzazione di una decorazione invisibile che è costituita dalle possibili storie, racconti, narrazioni che si formano nel pensiero e nella parola. I pannelli rimangono strumenti, pedine di un gioco, d’un divertimento, distrazioni fugaci, fotogrammi disseminati nell’ambulatorio che testimoniano come il piccolo edificio degli anni ’30 non si lasci delimitare, nella sua nuova funzione, dal perimetro dei suoi muri, ma come lo spazio venga virtualmente esteso fino ad influenzare il comportamento di medici e pazienti.
SCHEDA PROGETTO
Progetto
Valerio Maria Ferrari – VMCF Atelier
Web artist e fumettisti
Daniel Merlin Goodbrey e David Baillie
Collaboratori
Franck Turpin, Virginie Berry, Marco Ferrara
Realizzazione
Woodenship, Antibes e Traphot, Montrouge
Foto
Eric Laignel
Per ulteriori informazioni
Valerio Maria Ferrari – VMCF Atelier
156 Bd. St. Germain 75006 – Parigi
via N. Bixio 30 20124 – Milano
info@vmcfatelier.com
www.vmcfatelier.com
Nell’immagine di apertura, vista dei pannelli in una delle sale di Casita. Foto © Eric Laignel
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