Colore e trasparenze Il bello nel mio studio
Quegli oggetti che ci hanno cambiato la vita Primo Piano iMac 1998
È arrivato nel ‘ 98 con alle spalle la preistoria dell’ elettronica e ha imposto la sua rivoluzione: quella del design. Con l’ iMac trasparente Steve Jobs ha unito la freddezza della macchina al gusto dell’ estetica, colorandomi lo studio. Il computer non è più solo un apparecchio utile ma anche bello. C’ è la ricerca del compiacimento, la gioia di vivere, lo stile che con lui entra prepotentemente nella rivoluzione dell’ elettronica globale. Fra le grandi intuizioni di quest’ uomo la mela morsicata di Apple come simbolo della sua industria. Mela morsicata, cioè il prodotto della natura, la storia millenaria, l’ attenzione alla componente umanistica, per scaldare e rendere piacevole il lavoro dell’ uomo attraverso il mezzo elettronico. Colloco l’ iMac di Steve Jobs all’ interno di una straordinaria evoluzione del design dove la macchina la fa da padrona. Dalla scuola tedesca del Bauhaus, momento cruciale del rapporto tra tecnologia e cultura che ispirò oggetti come il giradischi, ai prodotti dell’ Olivetti fino alla Brionvega, dove il maestro era Marco Zanuso, uno dei padri fondatori del design industriale. Zanuso fu un precursore dei nuovi materiali applicati alla tecnologia e agli oggetti di uso comune. Macintosh ha attinto da lì per saldare una sorta di debito culturale dell’ industria attraverso la rivoluzione estetica e umanizzante dell’ oggetto elettronico. Dopo il ‘ 98 lo sviluppo è velocissimo, una continua conquista estetica e dimensionale. Di quel pur piacevole computer di partenza che era l’ iMac, con la carrozzeria trasparente dove si intravedeva la macchina interna, è rimasto poco. Jobs ha ridotto e assottigliato sempre più, ha compresso l’ elemento plastico fino ad arrivare al foglio dell’ iPad. Così questo maestro ha trasformato la nuova macchina da lavoro in uno straordinario oggetto da vedere. RIPRODUZIONE RISERVATA
Botta Mario
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(7 ottobre 2011) – Corriere della Sera
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