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Camerana: “Il Museo dell’Auto non guarderà più soltanto al passato”

Benedetto Campana si occupa di musei dal 1995

Il presidente della struttura:
sarà la vetrina dello sviluppo

Il nuovo “Mauto”, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, non è già più solo teca di glorie, del passato e del presente della motorizzazione. Ma ora diverrà vetrina internazionale del suo sviluppo, del suo domani. Sarà veicolo di promozione delle eccellenze automobilistiche della città, frutto della sua capacità di fare design, innovazione e tecnologia».
E’ la linea indicata al Museo dall’architetto Benedetto Camerana, da ieri nominato suo Presidente. L’ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione, designato dall’assemblea dei soci. Sono Regione, Provincia, Comune di Torino, Automobile Club, ai quali si è aggiunta la Fiat. Non perderanno tempo. La prima iniziativa è imminente. Da maggio il Museo ricorderà i 100 anni della carrozzeria Bertone con una mostra, allestita attorno a un prototipo ideato per la ricorrenza. «Sarà un chiaro esempio di vetrina dell’eccellenza», dice Camerana, forte di una lunga esperienza nel mondo dell’auto e dei musei.

Quando è incominciata la passione?
«Mi occupo di musei dal 1995, quando entrai nel consiglio di amministrazione di Palazzo Grassi. Dieci anni fa scrissi per “Quattroruote” un’inchiesta sull’architettura delle case automobilistiche. Nel 2002 curai l’allestimento a New York della mostra “Italian avantgarde in car design”. Ho progettato anche «l’Alfa Romeo Gallery». Per cinque anni ho creato anche gli stand Alfa Romeo ai saloni dell’auto di Ginevra, Parigi, Francoforte. Aggiungo i miei interventi all’atrio della palazzina presidenziale della Ferrari di Maranello, dove oggi curo lo sviluppo di alcuni spazi commerciali».

Con questa esperienza che cosa ne dice del nuovo Museo dell’Auto di Torino?
«L’architetto Cino Zucchi è intervenuto con maestria sui volumi concepiti nel 1960 da Amedeo Albertini. Il grande atrio interno lo ritengo l’idea più bella. Mentre l’allestimento di François Confino è affascinante. Ma spero (sorride) di fare presto meglio con il Museo della Juventus, che entro un anno realizzeremo allo Stadio delle Alpi».

Ma intanto al «Mauto» che cosa proporrà?
«Di essere meno museo e più centro di scambio. Torino ha bisogno di attrarre aziende che vengano ad acquistare design o ad aprire sedi. Vogliamo incentivarle con convegni e mostre, dedicate all’innovazione di cui siamo capaci. Con Bertone, Pininfarina e Giugiaro Torino è stella mondiale del design. Centro Ricerche Fiat e Politecnico sono poli d’innovazione tecnologica. Il Museo parlerà di come cambierà l’auto, ma anche della necessità di cambiare il suo rapporto con la città. Cercheremo sponsor per una vetrina che, senza fare concorrenza ai saloni dell’auto, saprà presentare il domani dell’automobile».Alla guida del Mauto il consiglio di amministrazione ha confermato direttore Rodolfo Gaffino Rossi (a destra nella foto con l’assessore Braccialarghe), che ha pilotato con determinazione la rinascita e la ristrutturazione del Museo. Il consiglio sarà composto da Camerana, Piergiorgio Re, gli assessori Michele Coppola, Ugo Perone e Maurizio Braccialarghe, designato anche come vicepresidente. Revisori dei conti Maurizio Cortese, Giovanni Miglietta e Luca Giuseppe Piovano.