PONTE NELLE ALPI

Una bancarotta da quasi mezzo milione di euro. Era l’accusa contestata a Valerio Casagrande , 56 anni di Belluno, e ad Arturo Senatore , 45 anni di Angri. Con loro, alla sbarra anche Tiziano De Barba, 45 anni di Belluno, accusato di aver ricettato un immobile intestato alla ditta.

Ieri la sentenza di condanna inflitta dal collegio (presidente Sergio Trentanovi, a latere Antonella Coniglio ed Elisabetta Scolozzi): Casagrande e Senatore sono stati condannati a 3 anni e 8 mesi di reclusione mentre De Barba a 2 anni con condizionale.

Casagrande era l’amministratore di diritto della ditta fallita “House Design” di Ponte nelle Alpi, Senatore era il suo preposto. Due le accuse racchiuse in un faldone da quasi seicento pagine. Una vicenda intricata, difficile da ricostruire nei suoi passaggi dagli stessi curatori fallimentari, che si può sintetizzare in appunto due contestazioni: bancarotta fraudolenta e bancarotta per distrazione. Casagrande e Senatore (difesi dagli avvocati Alssandro Azara e Mario Mazzoccoli) erano, infatti, accusati di aver distratto beni consistiti in terreni e immobili per un valore di 480.000 euro della società fallita “House Design”, che si occupava di progettazione di mobili da cucina e arredi per esercizi commerciali.

Il tutto sarebbe avvenuto tra il maggio del 2004, quando fu dichiarata ufficialmente fallita la società, e lo stesso mese del 2005, quando l’altro imputato De Barba (difeso dall’avvocato Luciano Perco) avrebbe ricettato un immobile della ditta fallita del valore di 420.000 euro.

Nel corso dell’udienza di ieri, prima della discussione, sono stati sentiti gli ultimi due testimoni. L’indagine partì da una denuncia di minacce subite da parte di F.R., un testimone che è stato sentito appunto ieri.

Un maresciallo della Finanza ha riferito che, oltre al capannone ceduto a De Barba, Senatore e Casagrande , dopo il fallimento dell’azienda, cedettero alcuni macchinari, del valore di 72.000 euro per poco più di 15.000 euro ad una ditta feltrina.

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