di Giuseppe Milano

Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci. Sì, di banche ce ne sono, e non poche. Dai grandi istituti di credito internazionali, alle piccole filiali, nascoste in uno dei tanti palazzi signorili del centro, Zurigo dimostra di essere la capitale finanziaria ed economica della Svizzera e, in parte, d’Europa. Ma questa città, collocata nel cuore del Vecchio Continente, è fortunatamente molto più affascinante di una lunga fila di bancomat o casse continue. E per questo merita una visita.
 L’ideale è un week-end lungo fra le rive del suo splendido lago, il centro per gran parte pedonale, ristoranti e locali alla moda, grandi negozi e splendidi musei. Perché se Zurigo ha una delle più alte concentrazioni di sportelli bancari non è da meno per gli spazi espositivi. La città svizzera (385.000 abitanti) ne conta ben 43; dallo sterminato Kunsthaus, con sale piene di Van Gogh, Monet, Picasso, Mondrian, Magritte, Chagall, ai particolarissimi Johann Jacobs Museum o Beyer Museum, il primo riservato al caffè, il secondo (non poteva mancare!) alla misurazione del tempo in tutte le sue forme. A Zurigo si può anche ammirare l’ultima opera di Le Corbusier (immortalato dalla banca centrale elvetica nelle banconote da dieci franchi). E’ il padiglione Heidi Weber che più che un edificio sembra un enorme quadro di Mondrian adagiato su un prato verdissimo. Poco distante, sempre lungo la sponda est del lago, il giardino cinese: una enorme pagoda ‘atterrata’ in Svizzera, frequentatissima in estate quando aprono gli stabilimenti balneari e la vita notturna della città si sposta lungo i locali che costeggiano il piccolo mare degli zurighesi.
Una breve visita la meritano anche la casa dove James Joyce scrisse il suo capolavoro, l’Ulisse, o il museo Reitberg, una fra le collezioni di arte africana, orientale ed americana più vasta al mondo. Tanti musei per una città che è sempre stata attraversata da grandi  fermenti culturali e politici. Qui, ed esempio, è nato il movimento dadaista con i suoi fondatori, in primis Marcel Duchamp, che si riunivano al Cabaret Voltaire nella deliziosa strada pedonale di Spiegelgasse. Il locale c’è ancora, arredato logicamente nello stile di allora, ed offre pasti e bevande a prezzi accessibili tanto da essere una delle mete preferite dagli universitari. Più raffinato, ma ugualmente carico di storia, il Cafè Odeon in Bellevueplatz.
Qui si potrà sorseggiare un bicchiere di vino del Ticino sprofondati nelle morbide poltrone di pelle rossa sotto lampadari di cristallo e arredi in stile liberty  ed immaginare di avere al fianco Lenin, il padre della rivoluzione russa, che, prima di fare ritorno in patria nel 1917, amava passare a questi tavoli il pomeriggio assieme ai leader del socialismo rivoluzionario in esilio a Zurigo da ogni parte d’Europa. Imperdibile poi la duecentesca Fraumunster con le meravigliose vetrate policrome di Marc Chagall ed il rosone di Augusto Giacometti. Gli svizzeri vantano anche l’orologio più grande d’Europa: è quello montato sul campanile della Sankt Peterskirche, 8,7 metri di diametro. Decisamente meno spettacolare il suo interno. 
Non è una chiesa, nè un museo e neanche un bistrò, ma vale una visita anche l’alta colonna di container (sì, avete letto bene) che ospita uno dei negozi più trendy e d’avanguardia d’Europa. E’ il Freitag di Geroldstrasse. In questa sorta di minigrattacielo si vendono le borse più originali del mondo, fatte riciclando i teloni impermeabili che servono a coprire i rimorchi dei camion. Gli articoli nascono così l’uno diverso dall’altro, ma alla fine però l’originalità si paga, a caro prezzo. Tutta Zurigo, per la verità, non è meta a buon mercato. Il franco svizzero non aiuta in questi mesi di crisi economica, ma la città punta sempre di più sul turismo. Ci sono tessere ed offerte un po’ ovunque per ottenere riduzioni sui mezzi pubblici (efficientissimi!), ai musei ed anche per lo shopping. Uno dei luoghi più ricercati per chi vuole assaporare la vera cucina svizzera, lo Zunft zur Zimmerleuten, ‘sdoppia’ ad esempio la propria offerta. Al primo piano, sotto uno splendido soffitto di legno a cassettoni, gli chef offrono i piatti più raffinati, e più cari; al piano terra invece sotto un porticato con caldissime, e morbidissime, poltrone ricoperte di lana, la tradizionale fonduta, a costi più contenuti.
Il piatto tipico di Zurigo è però lo Zurcher Geschnetzeltes, spezzatino di vitello servito con una cremosa salsa di funghi. Il posto ideale dove assaporarlo è la Zeughauskeller in Bahnofstrasse, la birreria più famosa della città. Qui, se non vi piacciono i funghi, si servono comunque la bellezza di venti tipi diversi di salsicce. Impossibile poi resistere alla cioccolata. Il luogo giusto è la Confiserie Sprungli, sempre in Banhofstrasse. E’ il classico luogo dove assaporare cioccolatini e praline fatte sul momento ed è forse il regalo più gettonato da portare a casa agli amici tanto che ne esiste una piccola succursale anche nell’enorme stazione centrale di Zurigo, da dove partire, magari, per una gita di un giorno nella vicina Lucerna, la città dei famosissimi ponti di legno.