Difficile rispondere perché, come per tutti i lavori in cui non ci sono schemi fissi, le variabili sono moltissime e un’unica regola non esiste. Non è un’affermazione negativa ma anzi è un’apertura a 360 gradi sul come ci si può muovere. È vero che per lavorare in una redazione non è necessario essere laureati o aver fatto corsi particolari, ma io metto sempre e comunque la cultura al primo posto. Senza si può sopravvivere benissimo, ma nel tempo ci si ferma. Intanto bisogna capirsi su che tipo di lavoro si vorrebbe svolgere all’interno di una redazione.
Giornalista
Che sia di moda o di attualità (dal cinema all’arte, dalla musica al costume), bisogna sapere scrivere, ovviamente, ma anche “conoscere”, nel senso di avere una cultura. Che sia classica, tipo lettere o filosofia, o lingue non ha nessuna importanza, l’importante è studiare per sapere. Poi tenersi aggiornati, leggendo dai quotidiani ai libri, non solo best-seller, ma anche letture che aiutino a capire momenti diversi della storia e del costume: biografie, grandi saggi o grandi classici di ogni Paese.
Tutti pensano di poter scrivere di moda, ma non è vero. Riferimenti colti migliorano la qualità del giornale e aiutano anche a fare interviste meno banali. Lo studio aiuta anche a sviluppare un metodo di lavoro, e la conoscenza e la cultura, con i suoi riferimenti, aiutano anche la creatività.
Redattrice/ore di moda
Qui non sono richiesti titoli particolari ma almeno un corso sulla storia della moda e della fotografia dovrebbe essere obbligatorio! Chiunque può abbinare una gonna con un pullover e una giacca. Di base è vero, la creatività è spesso un innato istinto verso il bello e una redattrice/redattore può non aver fatto studi speciali, ma tra le tante ottime scuole di moda che abbiamo in Italia ci sono corsi di studio interessanti per chi vuole percorrere questa via.
Non tutte le persone che frequentano scuole, università o accademie di moda faranno gli stilisti, ma intanto saranno in grado di riconoscere un tessuto, la fattura di un abito e come ci si muove in un ambito creativo. Io che conosco quasi tutti gli stylist in giro per il mondo, a volte, sentendoli parlare, mi sorprendo di come riescano a fare dei servizi di moda così belli e sofisticati. A stento parlano la loro lingua d’origine.
È così, quel naturale istinto li porta a realizzare pagine belle per la rivista e guadagnano anche tanto con pubblicità e consulenze ma oltre non riescono, di solito, ad andare. E se ci riescono non reggono il ruolo a lungo, rimangono relegate tra le “stylist” senza mai fare il salto verso l’alto. Anche la moda è cultura e si interseca sempre più spesso con cinema e musica. Il non sapere significa precludersi la possibilità di capire dei fenomeni di costume e non migliorare la realizzazione dei servizi fotografici. La cultura è qualità.
Art director e grafici in genere
È necessaria una formazione grafica ma anche una cultura fotografica. E di nuovo, se non è necessaria una laurea, lo è almeno un percorso di studio che ti illumini sulla storia dei grandi art director del passato e di oggi, e una profonda conoscenza dei giornali esistiti ed esistenti. Non serve per copiare ma è un know how che deve servire da base per permettere di fare similitudini, di inventare nuove impaginazioni e, perché no, nuovi caratteri. E poi ancora l’informazione, perché la grafica deve esaltare i contenuti: se non si capisce di cosa si parla, la grafica diventa un esercizio stilistico e basta.
Redattrice di bellezza
Stesso iter della redattrice di moda, con specializzazione nel settore cosmesi, che normalmente avviene in redazione cominciando a fare l’assistente di una persona già esperta in materia.
Eventi
I giornali, e specialmente Vogue Italia, organizzano eventi per il lancio di un numero speciale o per mostrare il lavoro di un fotografo, per il lancio di un film o di quello di un sito, o ancora per cene di beneficenza, e via discorrendo. Qui ci sono tre ruoli ben definiti: chi organizza, chi crea e l’ufficio stampa. Ognuno ha un suo impegno ed è sinergico a quello degli altri.
Che studi fare e che percorso intraprendere per riuscire ad essere in grado di gestire un evento? Esperienza. E come? Anche qui esistono lauree in comunicazione, corsi in comunicazione. Siamo nell’era della comunicazione e ogni scuola ha almeno un corso ad hoc. Servono? Sì, come base di cultura generale. Si imparano sicuramente nozioni e metodi. Poi però è nella quotidianità che si sviluppa il senso delle cose, perché la moda ha le sue regole e i suoi codici. Diventare assistente di qualcuno, o aiutare come stagista durante un evento, aiuta a capire meglio i meccanismi.
Quanto valgono gli stage? Tantissimo. Sono formativi e ti aiutano ad entrare nel vivo del lavoro. Sono cosciente di quanto sia difficile trovare giornali, riviste che diano questa possibilità ed è questo il motivo per cui, anche se per brevi periodi, cerchiamo di dare questa opportunità al maggior numero possibile di voi. Continueremo e cercheremo di darvi un aiuto, per quanto ci sarà possibile. Metterò il mio blog a vostra disposizione durante i weekend e cercheremo anche di aumentare le Vogue Experience in giro per l’Italia. E risponderò alle vostre domande.
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