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Una design-story per scoprire la Panda

La sintesi del concetto Panda: spazio disponibile per ogni tipo di oggetto, anche nella grande tasca a destra

Giolito: «Così è nata
la gioiosa magic box Fiat»

I tedeschi definirono la pri- ma Panda «Tolle Kiste», ora, per quella nuova, si par- la di «Magic Box». Ma il signifi- cato è analogo. «Bella scatola o scatola magica è un termine simpaticamente appropriato» dice Roberto Giolito, 49 anni, designer con la passione del jazz, responsabile del Centro Stile Fiat e vice di Lorenzo Ra- maciotti nel Fiat Group Auto- mobiles Design. Giolito è anche il papà di altre auto famose co- mela Multipla e la 500 e di inte- ressanti concept-cars.

La terza generazione della Panda, presentata in settem- bre al Salone di Francoforte, è piaciuta un po’ a tutti. Sempre compatta ma più grande, un aspetto che non taglia i ponti con il passato, funzionale e pra- tica, interni spaziosi e coerenti con le linee esterne, la «Magic Box» è disegnata ispirandosi al- le tendenze più moderne ma esprimendo una solidità di pro- dotto costruito per durare nel tempoe nonannoiare il cliente.

«E’ un’auto – spiega Giolito – molto italiana e molto Fiat, un esempio di creatività industria- le. Come fu, in altri campi, la macchina da scrivere Valenti- nadell’Olivetti. C’è un’italianità nell’approccio progettuale, non un’esibizione estetica, ma una ricerca di valori concreti, che sono poi tipici di Fiat».

Una ricerca attuata dallo stesso team di specialisti della 500 in un mix di disegni, boz- zetti, studi, moderne tecnolo- gie computeristiche e anche con il ricorso a molti modelli fi- sici, ovvero maquettes iper re- alistiche, per saggiare nei cli- nic test le reazioni degli inter- vistati. «La gente – racconta il designer – non voleva una Pan- da di rottura. E allora, il no- stro obiettivo è stato quello di mantenere la riconoscibilità di questa nuova edizione, diver- sa nella piattaforma, nelle di- mensioni e nei contenuti, natu- ralmente introducendo un ag- giornamento stilistico con linee morbide e arrotondate su un vo- lume di forma regolare e di grande efficienza per lo spazio». Sono numerosi gli elementi che emergono nella design story della Panda, alcuni ispira- ti al suo heritage. Ecco il fronta- le dalla forte personalità con il cofano leggermente «bomba- to»; la silhoutte laterale dove si bilanciano armoniosamente vo- lumi e grafiche (superfici vetra- te, fascione paracolpi, ecc.) con il terzo finestrino dagli angoli smussati; le fiancate dove i mar- cati passaruote accentuano il look «all terrain».

Gli interni propongono un abi- tacolo confortevole e multiuso. Con una caratteristica di base, che Giolito definisce «democrati- cità». Spiega: «Dentro un’auto stai sempre più ore, diventa casa tua, volante e plancia sono il ca- minetto del salotto. Ci devi stare bene, ogni elemento deve essere gradevole, semplice, funzionale. Se volete, questo è il concetto ap- plicato da Steve Jobs ai suoi pro- dotti. La Panda è studiata per piacere alle persone più diverse, per sesso, età, taglie, gusti, stili di vita.Unoggetto da usare con gio- ia, che non passa di moda, un luo- go da riempire in modo persona- le e da condividere con gli altri».

Molte le idee intelligenti che fioriscono nella Panda. Lo schie- nale del sedile del passeggero an- teriore si può ripiegare a forma- reuntavolino; il sedile posteriore è sdoppiato e scorrevole; la plan- cia concepitacome unpratico gu- scio polifunzionale al cui interno è stato ricavato un ampio tasco- ne portaoggetti, come nella pri- maserie del modello; la composi- zione del pannello-porta con una forma bionica e un disegno fatto a isola, che potrebbe figurare an- che fuori dell’auto in una mostra sul design contemporaneo.

«LaPanda- conclude Giolito – è un armonioso cocktail di emo- zione, razionalità e innovazione. Un modello che ancora una volta esprime la competenza Fiat in materia di “piccole” vetture».