Nasce nel 2010 dalle menti e dalle mani di tre designer Ilaria e Veronica Cornacchini e Matteo Gioli. Ogni SuperDuper è il risultato di una lavorazione tradizionale, ma con un concept e design contemporaneo. SuperDuper disegna la nuova collezione uomo ispirandosi all’Hobo, al vagabondo, figura che nell’immaginario rappresenta il viaggio, l’avventura e la ricerca interiore. L’accostamento tra materie prime ormai introvabili e tessuti martellati rendono ogni cappello unico e con una storia da raccontare.
Il tuo background
“Il team di SuperDuper Hats è composto da tre menti e sei mani. Inutile dire che i background sono diversi, io musicista, Veronica danzatrice laureata in design e Ilaria architetto…”
Come sei approdato alla moda?
“Ilaria e Veronica erano sempre state attratte da questo mondo sviluppando anche progetti di abiti trasformabili. Prima di arrivare a SuperDuper, io mi sono ritrovato a lavorare nella moda, su più fronti, senza averlo cercato”.
Cos’è per te l’eleganza?
“L’eleganza è equilibrio, armonia di più elementi combinati insieme”.
Altre esperienze nella moda? Progetti alternativi – se sì quali.
“Faccio parte di un collettivo di creativi: Art Comes First. Abbiamo presentato il primo concept the Coal la scorsa stagione a Pitti e, a grande richiesta, presenteremo il secondo progetto The Hard Graft: DJ technique applied to menswear sempre a Pitti a giugno”.
Il tuo metodo di lavoro e di creazione
“La ricerca sta alla base del nostro lavoro. La creatività ha bisogno di stimoli e questi possono arrivare inaspettatamente da una foto, dalla musica, da una suggestione.
Subito dopo però nasce l’esigenza quasi animale di tradurre l’idea in qualcosa di concreto, che si può toccare. L’approccio fisico con la materia è molto importante nel nostro lavoro”.
Che icona vorreste vestire?
“Vorrei mettere il cappello in testa a Tom Waits, oltre a essere uno degli ultimi veri poeti della controcultura contemporanea è la figura che più di tutti associo al cappello”.
Che cosa rappresenta Who is on Next? nella tua carriera?
“Who is on Next? rappresenta l’opportunità di alzare la voce e far conosce il nostro lavoro a un pubblico più ampio”.
Che cosa ti aspetti dalla partecipazione alle finali?
“Non amo focalizzarmi sulle aspettative, la cosa più importante per noi è tutto quello che faremo per essere pronti per la finale. Il percorso che ci porterà fin lì”.
Se dovessi descrivere Firenze in tre parole cosa diresti?
“Vivendo e lavorando fortunatamente fuori dal centro, in campagna, per me Firenze rappresenta il mio giardino, aria buona e ovviamente lampredotto (che come ha detto un nostro amico indonesiano “a Firenze lampredotto è più importante di Duomo”)!”
Il vostro stile in tre parole?
“Deciso, onesto, pulito”.
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