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on il proliferare di manifestazioni dedicate al design in serie limitate, dal recente Pavilion of Art Design London al Design Miami il prossimo dicembre, sono molte le mostre e le collezioni che investigano il confine tra arte e design, mettendo in evidenza l’espressività di materiali e tecniche di lavorazione. Tra artigianale e industriale.

Inno alla materia. Con la sua terza collezione Assemblage, prodotta in serie limitata dalla casa d’aste Phillips de Pury Company, l’inglese Faye Toogood fa parlare i metalli. Bronzo, alluminio, acciaio e ottone sono investigati nella loro mutevolezza, in quell’espressività che la mano dell’uomo aggiunge grazie ai processi di forgiatura, ossidazione e anodizzatura. La designer ha realizzato la collezione all’interno dell’officina di un fabbro specializzato nella fiamma ossidrica. E le forme elementari e geometriche dei nove oggetti, subito comprensibili, sono pensate proprio per mettere in evidenza l’intervento sul materiale.

Le tecniche sono quelle di meccanici e fabbri, ma anche delle fonderie artistiche, usate da Faye Toogood per imitare i fenomeni naturali e gli agenti atmosferici che inesorabilmente trasformano le cose, trasfigurando il modo in cui la superficie riflette la luce. L’anodizzatura realizzata artigianalmente è il trattamento che più fa risaltare la vitalità della materia e l’intervento, sempre diverso, dell’uomo. Sfumature imprevedibili di colore appaiono e scompaiono al cambiare dell’incidenza del raggio luminoso: ben si vede nella lampada Shell Sconce, con diffusore composto da un disco concavo in alluminio.

In questa giustapposizione tra natura e artificio, Faye Toogood vuole rappresentare anche un altro elemento: il tempo che passa. L’opera Trapped Sphere, omaggio al Feather Stool di Shiro Kuramata, ben esprime questa ricerca. Una sfera di vetro contenente olio è inscritta in un blocco trasparente. Girato il blocco come una clessidra, l’olio scorre goccia dopo goccia sulle pareti della sfera, rivelando trasparenze e archi sempre diversi.

Contrasti tra materiali e geometrie diverse stimolano associazioni di pensiero e narrazioni. Pur nella sua astrattezza Element Table, composto da un volume pieno in acciaio patinato con una palla mobile di resina, un foro quadrato e uno tondo, comunica il senso di prigionia o, all’estremo opposto, di protezione verso l’elemento più delicato. Poetico anche l’altro tavolo basso, Cage, in cui la rete di acciaio racchiude una palla di rame patinato: libera di muoversi ma ostacolata.

Faye Toogood prende spunto dal mondo dell’arredo e dal “ready made” industriale per comporre oggetti-scultura che travalicano la mera funzione. Non si tratta però di sconfinamento nel mondo dell’arte perché, come la stessa designer sottolinea, sono opere fatte per dialogare con gli utenti e per abitare nell’ambiente del quotidiano.

www.fayetoogood.com

di Valentina Croci

07 Novembre 2011

Article source: http://atcasa.corriere.it/Design-e-architettura/Oggetti/2011/11/07/assemblage-faye-toogood.shtml