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Il volume “La carica dei 101 – Diario di viaggio tra le aziende italiane che vanno a trazione mondiale” (Edizioni Il Sole 24 Ore) viene presentato venerdì 18 settembre alle 20 presso il Caffè Letterario “Umberto Palermo” di Moncalieri (Torino), in Via Savona 60. Sarà presente l’autore, Adriano Moraglio, giornalista del Sole 24 Ore.
Pubblichiamo di seguito un capitolo del volume
Si può essere una piccola impresa, dare lavoro a un gruppetto di una quindicina di persone (compreso il presidente), fatturare 5 milioni nel 2012 ed essere, al tempo stesso, così fortemente internazionalizzati da realizzare e vendere occhiali, tramite distributori e agenti diretti, in quaranta Paesi al mondo, soprattutto in Francia, Canada e Usa, in Australia, Giappone e Turchia (con crescita particolarmente significativa in quest’ultimo). Così legati al traino dell’estero da conseguire ormai, oltre confine, il 75 per cento del proprio fatturato. Il tutto, con una meta dichiarata per i prossimi anni: tenere caldi i mercati già raggiunti e tentare di sfondare in Germania, mettendo in campo una forza vendita diretta. Come già sta avvenendo con buoni risultati in svizzera. Ecco l’identikit di Nico-design, azienda attiva in centro a Torino, tra palazzoni d’epoca, condomini più recenti e il Tribunale.
In questo scenario urbano ci si sorprende a trovare la casa di progettazione-laboratorio, con bel giardino e area pic-nic, dell’azienda fondata 26 anni fa dal presidente Giovanni Vitaloni. Qui vengono concepite e disegnate le colleni, per poi essere realizzate in tre unità produttive, nel cuore del distretto dell’occhialeria italiana, tra Treviso e il basso Bellunese e in una quarta, in Cina (ma con materia prima italiana). In tutto, 150mila paia di occhiali l’anno (il 90 per cento realizzate in Italia), con l’obiettivo di aumentare del 20 per cento la capacità produttiva complessiva.
Nico-design è un caso isolato a Torino, come lo è oggi il settore dell’occhialeria in terra subalpina, territorio eppure cosi` ferti le per questo comparto nel secolo scorso, se si pensa che dal 1919 al 1995 ha operato qui la prestigiosa Persol, marchio poi acqui- sito da Luxottica, insediatasi a Lauriano, a pochi chilometri da Torino. L’idea di lavorare nell’ambito dell’occhialeria nasce nel 1986 dal padre di Giovanni Vitaloni, Alberto, imprenditore nel settore dell’automotive, che accetta di fornire occhiali da sole come accessorio a un cliente statunitense. Ceduta la sua azienda, di lì a poco Alberto e il figlio decidono di imboccare decisamente la strada dell’occhialeria e di fondare Nico-design (la “ni” è il finale di Vitaloni, e “co” sta per “company”) depositando prima il marchio Derapage (chiara allusione alla tecnica di guida automobilistica) con target elevato di clientela, poi il brand Vanni, per una fascia di clientela medio-alta. La vocazione estera è nel dna dell’azienda torinese, come spiega il presidente Vitaloni: “Noi non abbiamo alcun preconcetto. C’è chi considera mercati di terza fascia aree come Nord Africa o Sud America. Non è il caso nostro. Se li visiti e li frequenti capisci che è auspicabile andare a investire in quei Paesi.
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