La camorra rischia di infiltrarsi sugli interventi di riqualificazione di Pompei. Per evitare possibili condizionamenti della criminalità organizzata, la Direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito alcune ispezioni nell’area patrimonio dell’Unesco, in particolare nei tre siti della Casa delle Pareti Rosse, del Marinaio e di Sirico: sono state controllate due società e identificate venti persone.
POMPEI: ISPEZIONI CONTRO IL RISCHIO INFILTRAZIONI – I cantieri sotto osservazione sono quelli coinvolti negli interventi mirati di restauro del patrimonio archeologico di Pompei. Si tratta del “Grande Progetto Pompei“, finanziato dall’Unione Europea con 105 milioni di euro. Fondi che attirano la criminalità organizzata. Le ispezioni, concordate con il Viminale, sono seguite al decreto emesso da Francesco Musolino, il prefetto di Napoli, proprio per evitare eventuali tentativi di infiltrazione di stampo camorristico.
L’ispezione della Dia ha coinvolto in particolare la “Casa delle pareti rosse”. Nella prima delle stanze sulla sinistra, viene conservata ancora oggi una delle pitture più apprezzate, su sfondo rosso pompeiano. Sono rappresentati Polifemo e Galatea, mentre in un’altra parete sono dipinti Phrixus e l’ariete e su un’altra ancora Marte e Venere. Definita anche Casa della Famiglia Fabia, presenta alcune iscrizioni elettorali sulla facciata: prima dell’avvio dell’intervento di restauro era stato segnalato il pericolo di crollo del larario e la presenza di problemi di umidità, in grado di danneggiare le decorazioni. Un altro dei siti sottoposti ad ispezione è la casa di Sirico, una grande abitazione che si trova nella parte centrale dell’insula 1 della Regio VII.Grazie alla scoperta di un sigillo in bronzo nella Domus, fu possibile scoprire il nome del suo proprietario, appartenente alla classe politica e commerciale di Pompei. Nella secondo metà dell’Ottocento, quando la casa fu scavata, furono ritrovate cinque persone morte. La Dia ha eseguito ispezioni anche nella casa del Marinaio, dove sono conservati importanti resti di mosaico pavimentale. L’area fu in parte devastata da alcuni ordigni lanciati durante la seconda guerra mondiale.
IL “GRANDE PROGETTO POMPEI” – Sul sito del ministero dei Beni Culturali, sono descritte le linee fondamentali del Grande Progetto Pompei, al quale sono vincolati 105 milioni di euro, tra fondi Fesr e nazionali. L’obiettivo è riqualificare il sito archeologico di Pompei entro il mese di dicembre 2015. Tra gli interventi mirati sono previsti la riduzione del rischio idrogeologico, attraverso la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati, lavori di manutenzione e adeguamento sulle insulae; il consolidamento e il restauro di murature e superfici decorate. Il ministero intende aumentare le aree visitabili dai turisti, proteggendo gli edifici dalle intemperie e potenziando allo stesso tempi i sistemi di videosorveglianza. Tutti i lavori di restauro sono accompagnati da studi scientifici e tecnici per approfondire le conoscenze e indirizzare gli interventi da realizzare. Era stato lanciato negli scorsi mesi anche un concorso internazionale (“99 ideas. Call for Pompei“), indetto da Invitalia e promosso dal Ministro per la Coesione territoriale con la collaborazione del MiBAC. Ben 97 erano state le proposte presentate, anche dall’estero, per la valorizzazione ed la conservazione creativa del sito archeologico di Pompei. Cinque erano state quelle vincitrici, chiamate a contribuire al progetto di riqualificazione, tra utilizzo di infrarossi per far risaltare i lati nascosti del sito, la realizzazione di un festival di archeologia, concorsi di design, parchi floreali e marketing interattivo.
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