Sono due le mostre che animeranno per un mese (5 settembre-5 ottobre) gli ampi e luminosi spazi di Berners Street: Grandmateria III e un cameo su Amy Hunting e Oscar Narud. In anticipo sulle date clou del London Design Festival (14-22 settembre), la Galleria Libby Sellers inaugura oggi le sue mostre. In primo piano, come usuale nella ricerca della famosa galleria londinese, quei designer che prediligono un rapporto “corpo a corpo” con i materiali trovando diversi modi di lavorazione e nuove estetiche del quotidiano.
La mostra Copper Mirror Series punta i riflettori sulla coppia norvegese, di stanza a Londra, Amy Hunting e Oscar Narud e in particolare sulla nuova collezione di specchi, nata per la Fashion Scandinavia alla Somerset House, durante la recente London Fashion Week. Di rame e pietra mettono in scena le origini industriali della Norvegia basate sull’estrazione mineraria e sulla fusione dei metalli, ma soprattutto sottolineano la bellezza dei materiali primari utilizzando come metafora il movimento incessante del sistema solare.
Grandmateria III è invece concepita come il terzo capitolo della serie omonima inaugurata con l’avvio dell’attività della Sellers nel 2007, e che quest’anno vede protagonisti i Wooden Vases di bronzo e legno di Peter Marigold, i recipienti Sinkhole di argilla rossa e rovere di Liliana Ovalle, le lampade di vetro Nido di Paola Petrobelli e le librerie True Colour di Lex Pott.
Quattro designer per altrettanti modi di concepire segni, significati e poetica degli oggetti. Quelli della Petrobelli, che hanno una doppia anima di lampade e contenitori, si ispirano alla vera essenza della luce che illumina, rendendoli visibili, ambienti e cose.
Gli ancestrali contenitori, che la messicana Ovalle ha realizzato nel suo Paese, con Colectivo 1050 di Oxaca, visualizzano il fenomeno geologico delle foibe: l’improvviso cedimento del terreno che lascia la traccia irreversibile della sua caduta nel nulla.
Le essenziali librerie dell’olandese Lex Pott che affidano la variabilità del colore alle magie naturali dell’ossidazione del rame.
E gli elaborati vasi di Peter Marigold realizzati a partire da un piccolo pezzo di legno, o meglio dalla sua impronta ripetuta su una forma di cera calda che diviene uno stampo per un prodotto finito di gesso o metallo, sempre unico pur nella ripetitività, come tutte le espressioni della natura.
Porzia Bergamasco