Non è una novità che l’obesità sia un problema, e sappiamo anche che in alcuni paesi rappresenta la principale causa della compromissione della salute pubblica, con conseguenze non solo sociali ma anche economiche.
Siamo dunque abituati a sentire parlare di stile di vita salutare, alimentazione sana, dieta mediterranea. Ma chi l’avrebbe mai detto che il design potesse essere un valido alleato nella lotta contro l’obesità?
L’idea ci arriva da New York, in cui ha preso piede la concezione di Active Design: un design che ridisegna l’ambiente, le città, gli edifici rendendoli stimolanti e incoraggiando l’attività fisica, al fine di combattere l’obesità e le malattie ad essa correlate.
Il design, dunque, come strategia di salute pubblica, partendo dal principio che se i giovani sono cresciuti con l’idea che l’intrattenimento e l’interazione sociale sono facilmente veicolabili da uno schermo e una tastiera, il mondo reale deve necessariamente essere in grado di competere con quello digitale, in termini di stimoli e di varietà.
Da qui, le linee guida proposte dalla città di New York, la quale attribuisce la maggiore aspettativa di vita dei newyorkesi rispetto al resto del Paese a una progettazione dell’ambiente che incoraggia il movimento e l’esercizio fisico. Quindi bisogna rendere più allettanti scale, piste ciclabili, percorsi pedonali affinché questi abbiano la precedenza su ascensori, scale mobili, taxi e qualunque infrastruttura ci permetta di oziare a discapito della nostra salute.
Anche il web segue l’iniziativa: il sito WalkScore, per esempio, assegna un voto da 0 a 100 alla pedonabilità dei tragitti percorribili. Tale voto si basa sulla quantità di bisogni fondamentali e desideri che possono essere soddisfatti entro quella distanza.
Chissà che questo non sia il preludio di una nuova frontiera dei social media, in cui ad essere condivisa è la voglia di cercare nuovi modi per vivere l’ambiente in maniera stimolante e salutare, riscoprendo il diletto di vivere il mondo analogico.