Interior design e recupero, il progetto di Valerio Maria Ferrari a Parigi

Interior design e recupero, il progetto di Valerio Maria Ferrari a ParigiVisualizza la galleria di immagini

Il progetto Parigi 1850-2003: archeologia domestica in duplex di Valerio Maria Ferrari e Cinzia Mazzone è, come sintetizza il titolo, un intervento di recupero e riqualificazione di un edificio costruito nel 1850. Il progetto è nato nel 2003, anno in cui è stato completato l’acquisto dell’abitazione di 60 mq al quinto piano di un classico palazzo sulla rive gauche e delle dieci chambre de bonne,  piccole mansarde di circa 10 mq destinate generalmente al personale di servizio delle famiglie residenti nel palazzo, che ne occupavano l’ultimo piano. Inglobando le parti comuni (scale, corridoi, ecc.) l’appartamento ha raggiunto le attuali dimensioni di circa 220 mq.
Il progetto è tra i selezionati del premio Best of Year 2011 nella sezione Interior Design. Il premio è  promosso dalla rivista americana Interior Design.

 

Eliminare per ripulire dalla sovrapposizione degli interventi che si erano succeduti in oltre 150 anni, e tornare alla struttura originale” spiega Valerio Maria Ferrariè stato quasi un gesto archeologico, oltre che concettuale e materiale. La scoperta più affascinante e sorprendente è stata la struttura che fu realizzata dall’architetto Jean-Baptiste Lesueur in ferro, invece del più comune legno, su richiesta del proprietario. Allora si iniziava a parlare di un nuovo mezzo di trasporto urbano chiamato Chemin de Fer Métropolitain (la metropolitana), che sarebbe dovuto passare non lontano. Ho salvato questa struttura, restaurandola, lasciandola a vista ed evidenziandola, come una serie di linee scure che disegnano, ordinandoli, il susseguirsi degli spazi. Grazie al processo di restauro è stato riportato alla luce anche un muro ‘en pierre de taille’ con alcuni fossili nelle pietre. Da questi dettagli osservati nelle pietre sembra molto probabile infatti che siano state sottratte agli scavi delle non lontane Terme Romane, su cui era stato costruito l’Hôtel de Cluny“.

 

Il progetto nasce dalla convinzione che uno spazio familiare e domestico deve conservare dei segreti da scoprire, concetto che l’architetto ha tradotto attraverso l’utilizzo di elementi capaci di ridefinire lo spazio. “Considerare l’ambiente in cui viviamo come qualcosa di ormai dato e immutabile riduce il fascino del rapporto che abbiamo con questo stesso ambiente. Perciò ho pensato che nella totale riprogettazione degli spazi, luoghi, funzioni, dettagli, avrei definito spazialmente anche qualche ostacolo inatteso che avrebbe obbligato gli abitanti ad avere in certi momenti un’attenzione diversa sulle cose”, spiega Valerio Maria Ferrari.
Gli elementi più evidenti di questo approccio progettuale sono le porte, posizionate non solo per aprire e chiudere le stanze ma per creare degli attraversamenti insoliti, non ortogonali, che dilatano l’entrata nello spazio successivo, e la creazione di un attraversamento obbligato, con muri bassi in parte sovradimensionati, per accedere al cuore della casa con la cucina divisa in “zona cottura” e “zona preparazione” fino a creare dei passaggi non molto agevoli da attraversare. Per evidenziare la deambulazione circolare nella casa è stato realizzato un arrotondamento delle pareti in modo da invitare lo sguardo prima e il corpo poi a passare da un ambiente all’altro. Nella stanza dei giochi, inoltre, il soffitto è inclinato come in una tenda indiana, richiedendo una certa attenzione nel muoversi.

 

Nella casa sono raccolte molte opere d’arte contemporanea, moderna e antica, e tanti prodotti del miglior design internazionale (come le poltrone Canta di Toshiyuki Kita e Orange di Gerrit Rietveld). La loro posizione è pensata non per il ruolo “decorativo” ma in rapporto proporzionale con l’ambiente, come il grande pannello fotografico di Fariba Hajamadi che ricopre quasi l’intera parete davanti al letto matrimoniale o le due sedute di Ole Wanschere Sistemate sotto il dipinto a olio di Wilfredo Lam in un dialogo non esclusivamente cromatico. “Anche in questa relazione insolita tra opere d’arte riconosciute e prodotti anonimi ho cercato di portare l’elemento sorpresa. Mi piace pensare che il valore attribuito a un oggetto non sia automaticamente derivato dalla notorietà dell’autore ma dal ruolo dell’oggetto stesso nel suo contesto ambientale”.

 

SCHEDA PROGETTO

 

Parigi 1850-2003: archeologia domestica in duplex

 

Localizzazione
Parigi

 

Progetto
Valerio Maria Ferrari, Cinzia Mazzone
VMCF Atelier – Virtual Machine Concept Facilities

 


Collaboratori
Alessandro Cattaneo

 

Superficie totale
220mq

 

Cronologia
2003/2010

 

Fotografie
Eric Laignel

 

Per ulteriori informazioni
Valerio Maria Ferrari – VMCF Atelier
156 Bd. St. Germain 75006, Parigi
via Nino Bixio 30 20124, Milano
E-mail: info@vmcfatelier.com
www.vmcfatelier.com

 

Nell’immagine di apertura, vista della zona giorno dell’appartamento parigino progettato da Valerio Maria Ferrari, Cinzia Mazzone – VMCF Atelier. Foto © Eric Laignel

<!–
Condividi
–>

Condividi su Linkedin



Ti potrebbe interessare anche

  • Materiali per l’interior design. Alulife, superficie riciclata in alluminio
  • Design e progetto, il libro che unisce designer e aziende
  • Porte. L’INVISIBILE a Battente: filo muro a tirare e a spingere
  • Interior design ecosostenibile, ‘Love Suite Love’ di Now Architecture and Design Lab al SIA Guest
  • Design sostenibile, in mostra a Prato i progetti vincitori del concorso ‘La Casa del III Millennio’


Commenta l’articolo per primo!