Il piacere dell’auto. L’effetto che fa quando vediamo un nuovo modello. Perché ci piace e quanto conta l’aspetto esteriore. In questo numero di “Repubblica Auto” abbiamo provato a raccontare la faccia dei modelli. Perché è vero che l’auto al suo interno sta profondamente cambiando con l’arrivo prepotente dell’elettronica e dei motori a emissioni zero ma è altrettanto vero che tutto questo sta comportando anche un’altra grande rivoluzione, quella estetica.
Cambia la sostanza, cambia la forma. Lo sanno bene le case più attente al mercato che si stanno attrezzando come mai era accaduto. Un esempio? Il proliferare dei centri design, quasi tutti in Europa perché è qui che lo stile automobilistico è nato. E nel vecchio continente sono quindi sbarcati giapponesi e coreani alla ricerca di nuove forme per aggredire i mercati.
Proprio così perché rinnovare il vestito è anche necessario per scalare le classifiche di vendita. Le ricerche di mercato sono concordi: se un’auto piace dal punto di vista estetico, finisce subito in cima alle nostre shopping list. Il resto viene dopo. Cioè “quanto costa” e “come va”. Un “resto” sempre più spesso omologato perché i prezzi alla fine vengono livellati dal mercato e dal valore del brand mentre è sempre più difficile (se non impossibile) trovare un modello che vada davvero male. Anche in questo caso tecniche e tecnologie di base sono piuttosto simili per tutti.
Ma
l’estetica no. È l’unica vera, grande differenza rimasta nel mondo delle automobili. In questo campo ogni costruttore segue strade diverse. Con idee assolutamente opposte persino tra le citycar. Anzi è proprio dalle piccole che stanno nascendo i cambiamenti più interessanti. La matita di de Silva, per esempio, ha disegnato la Up! senza fronzoli, uno stile chiaro, essenziale. Quasi minimalista: “Incarna una cultura in cui l’eccellenza non è semplicemente questione di dimensioni e potenza – sostiene il designer – la grandezza è nel carattere: ecocompatibilità e originalità, unite a un design particolarmente accattivante”. Tutto qui. Sembra poco ma invece è moltissimo. Soprattutto quando si mette a confronto l’ultima arrivata con le altre citycar. Basta uno sguardo per capire chi è andato avanti e chi no.
E così partendo da questa “rivoluzione estetica” abbiamo provato a raccontare le scelte intraprese dai grandi costruttori e su cosa stanno lavorando nei loro centri design. Come vedono l’auto del futuro, i modelli in uscita e quelli in preparazione nei centri design. Ecco, allora, come dovrebbe andare a finire la grande avventura del design automobilistico.