Il design piace a tutti. È una soddisfazione avere in casa oggetti firmati dai grandi stilisti dell’arredamento internazionale, da Achille Castiglioni a Philippe Starck, da Alvar Aalto a Ettore Sottsass. Perché la loro creatività, il loro impegno, è come se un po’ si diffondessero nell’ambiente di cui i complementi fanno parte. E anche noi ci sentissimo sulle stesse corde di questi grandi professionisti.

 

Ma il design ha anche un altro volto: quello artigianale. Una faccia che, nell’era post-industriale, si sta riscoprendo più viva che mai. E se l’attenzione per il fatto a mano travalica i confini e si espande in tutto il mondo, acquista ancora più valore. In occasione del Salone del Mobile 2012, l’artigianato internazionale sarà una delle tematiche trattate, grazie a un progetto dedicato all’hand made.

 

Si chiama Dignity Design Collection ed è un’iniziativa pensata per incoraggiare l’attività delle artigiane che lavorano nelle comunità rurali e urbane in Thailandia.

 

Un’idea partita dalla Fondazione Buon Pastore Onlus – organizzazione internazionale non profit impegnata sul fronte sociale – sviluppata in collaborazione con Oak Foundation e Misean Cara, altre due realtà che sostengono le situazioni umanitarie di difficoltà in tutto il mondo. Protagoniste di questa iniziativa sono un gruppo selezionato di designer italiane e thailandesi.

 

Grazie alla supervisione di Patrizia Scarzella, architetto milanese, e Valentina Downey, designer italiana e docente all’Università di Bologna, le ragazze hanno disegnato e realizzato una collezione di accessori tessili per la casa – ma anche gioielli fatti a mano e oggetti in carta – mettendo a frutto tutta la loro creatività e manualità. I prodotti sono stati creati all’interno delle strutture gestite dalle suore del Buon Pastore in Thailandia: da Bangkok a Nong Khai fino a Chiang Rai.

 

Tutte città che, nonostante siano piegate dalla povertà e dalla difficoltà economica, costituiscono un vero e proprio punto di riferimento per le tradizioni culturali del popolo thailandese. In queste zone l’associazione religiosa ha costruito un network di centri dove lavoratori e lavoratrici possono realizzare prodotti artigianali.

 

Sono oltre 600 le persone impiegate, in gran parte donne, che provengono da situazioni personali e familiari di disagio e sofferenza. Il design diventa uno strumento per valorizzare l’arte e la maestria di popolazioni che, per le difficili condizioni economiche in cui vivono, diversamente non avrebbero accesso al patinato mondo dell’arredamento.

 

Non solo: il design si fa anche portatore di valori nuovi, si arricchisce di una umanità che lo rende, forse, specchio di una realtà più completa e attuale. Punto cruciale tra gli obiettivi di Dignity Design è l’importanza del lavoro delle donne.

 

Grazie a questo progetto, l’attività delle artigiane thailandesi viene valorizzata come strumento di crescita economica, mezzo per mantenere le tradizioni artigianali e le tipicità locali, strategia per esaltare prodotti esclusivi e di qualità. Tutti gli oggetti della collezione saranno distribuiti a livello internazionale.

 

Il ricavato dalla vendita di questi prodotti servirà a incentivare lo sviluppo economico, ma anche a garantire un adeguato salario alle artigiane, chiave per dare impulso a un futuro equo e sostenibile. Il Salone del Mobile, con la sua cornice di eventi collaterali che coinvolgono tutta la città di Milano, sarà l’occasione perfetta per battezzare la collezione in Italia.

 

Perché solo nel più grande evento dedicato al comparto arredo possono convergere le energie per dare la giusta visibilità a un progetto che, per una volta, non guarda al profitto ma vuole aiutare il mondo a spostare l’attenzione su preziose attività manifatturiere, che vivono ed esistono in luoghi straordinari, ma spesso purtroppo nascosti.

 

Non è solo il Belpaese ad accogliere Dignity Design. Il progetto è già passato per New York, e dopo la presentazione in Europa salperà verso l’Est per approdare proprio in Thailandia.

 

A dare vita al progetto Dignity Design Collection c’è un team tutto in rosa. Due le figure chiave che si sono occupate del coordinamento. Patrizia Scarzella, architetto, autrice di libri sul design e fondatrice dell’associazione D come Design, associazione impegnata per la promozione e diffusione della creatività di progetto per le donne. Valentina Downey, designer di Parma, insegna Design Managment all’Università di Bologna. Insieme a loro, si sono buttate in questa avventura altre nove donne, artiste e designer. Solo una componente femminile così forte poteva avere la sensibilità necessaria per non limitarsi a partecipare a Dignity Design, ma per farlo proprio, interiorizzarlo.

 

Per informazioni:

 

Fondazione Buon Pastore

 

Oak Foundation

 

D come Design

 

 

 

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