Milano, 4 apr. – (Adnkronos) – Gli oggetti del design italiano sono un prodotto della cultura prima ancora del sistema industriale. Forte di questa motivazione Cosmit, ente organizzatore de ‘i Saloni’ di Milano, si appresta a varare un’edizione, la 51esima, ricchissima di proposte culturali, che coinvolgono la citta’, i luoghi storici e il suo passato per lanciare idee nuove per il futuro. Felice inoltre, di osservare il ‘ritorno all’ovile’ di molte aziende che per qualche anno avevano scelto una vetrina esterna e che ora tornano a esporre in Fiera, come BB e Alias.
“Affrontiamo la nuova edizione del Salone del Mobile nella consapevolezza che abbiamo fatto il possibile per garantire un’edizione ricca di spunti, di suggestioni e di opportunita’” racconta all’Adnkronos Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit. “Abbiamo inventato – spiega – una serie di eventi in citta’ fantastici, che dovrebbero dimostrare come i nostri prodotti sono prima di tutto risultato della nostra cultura che del sistema industriale. Per farlo abbiamo utilizzato location prestigiosissime, prima fra tutte la Biblioteca Ambrosiana. E abbiamo cercato una modalita’ davvero innovativa, sia per quanto riguarda lo spettacolo, sia per i Saloni di Rho-Pero, dove abbiamo allestito 530 metri quadri tutti full. Ci sono grandi aspettative e grandi attese. Sappiamo che sono in arrivo 10mila brasiliani e questo la dice lunga di come i continenti nuovi, che si avvicinano all’economia globale, a quella fatta di prodotti belli e di qualita’, guardano all’Italia come movimento portatore di uno stile di vita di grandissimo livello”.
Un’attenzione particolare sara’ rivolta ai giovani del salone Satellite: “sostengo – chiarisce Guglielmi – che il Salone Satellite e’ forse il primo esempio in cui si puo’ assistere a un processo di educazione al contrario: non siamo noi che diciamo a loro che cosa devono fare, ma sono loro che ci insegnano attraverso linguaggi nuovi, modalita’ espressive nuove e un modo di interagire e presentarsi in modo diverso. Noi imprenditori non dobbiamo fare altro che guardarli con grande interesse, capire dove vogliono andare, interpretarli e poi con l’aiuto dei loro progetti prospettare e progettare il futuro”. (segue)