Non è la prima volta che mi capita di scrivere di oggetti che prendono ispirazione da suggestioni infantili. Dalle bolle di sapone, evanescenti, transitorie ed eteree per definizione, passo stavolta ai palloncini, liberi di galleggiare, sospesi in aria, grazie al loro invisibile ripieno di elio.
A volte capita di perderne uno e osservarlo districarsi tra le cime degli alberi, superare i cornicioni dei palazzi e, infine, raggiungere le nuvole. L’esperienza è coinvolgente perché, oltre all’esplorazione dell’infinità del cielo, contempla un’insolita combinazione tra la gioia della scoperta e il dolore per la perdita.
Perdita che non avviene quando il palloncino, sganciato dalla sua materialità transitoria che vive solo di una pelle gonfiata ad arte e a piacere, diventa una forma, un guscio da riempire di nuovi significati, funzioni ed emozioni.
Se invece dell’elio abbiamo la luce possiamo, ad esempio, pensare a Memory, lampada a sospensione (o, in una versione meno efficace, a parete) prodotta dall’azienda ceca Brokis. Il suo design e i suoi colori sono deliziosi come bonbon.
Un rosa confetto, un azzurro bebè e un candido panna fanno sbocciare sul soffitto un grappolo di palloncini che sembrano appena sfuggiti alla mano incerta di un bambino.
La luce li gonfia e tenta di smaterializzarne l’ovale. Anche a interruttore spento, però, fanno la loro figura, adattissimi alla camera dei più piccoli come a un soggiorno spiritoso o a una stanza da bagno per sognatori che, in fondo in fondo, sono ancora un po’ dei Peter Pan.
È invece monocromatica e di forma più allungata Balloon di Estiluz, lampada scenografica capace di regalare suggestivo splendore a un ambiente domestico intimo e raccolto.
Per determinare un allestimento d’effetto è possibile combinarne più esemplari (almeno tre o quattro), avendo cura di sceglierli in entrambe le versioni, a parete e a soffitto, e di collocarli in posizioni apparentemente casuali anche se in stretto e continuo dialogo visivo tra di loro.
E’ invece un vero e proprio kit formato da un palloncino in gomma e un LED di colore rosso l’incredibile creazione del giapponese Kouichi Okamoto per Kyouei Design. Anche questa si chiama Balloon Lamp, ma il suo concept parte da presupposti completamente diversi rispetto alla lampada di Estiluz.
Il cardine, qui, sta nella provvisorietà. Quando c’è bisogno di luce (una luce soffusa, d’atmosfera) cosa si fa? Si prende il palloncino, lo si infila sull’apposito supporto / pompa dotato di LED e lo si gonfia.
Quando è l’ora di andare a dormire, invece di spegnere la luce, si sgonfia il palloncino e si ripone il tutto, almeno fino al successivo utilizzo, nell’ottica del massimo beneficio, minimo dispendio di spazio e di preziose energie.
Per lasciarvi con il sorriso sulle labbra, chiudo con un oggetto che è, davvero, degno del più abile illusionista. Anche questo è giapponese ed è una panca / scultura che sembra galleggiare in aria appesa a una frotta di palloncini rossi.
Ad osservare stupiti la Balloon Bench dello studio h220430, non solo bambini con il naso rivolto all’insù, ma anche increduli adulti incapaci di comprendere, al primo colpo d’occhio, il trucco che, sebbene ben nascosto, c’è.
La seduta è appesa ad alcuni tiranti nascosti tra il fili dei palloncini, orgogliosi di celare il loro lavoro e di delegare a sostegni così eterei la finzione di un’irreale leggerezza.
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