«La Barbie tatuata? È al passo coi tempi»
la bambola ha avuto un grande successo
«La Barbie tatuata? È al passo coi tempi»
Simone Legno, ideatore del modello, replica: «I disegni sul corpo fanno oramai parte della nostra cultura»
Simone Legno
Anticonvenzionale, Barbara Millicent Roberts, lo è sempre stata: sin dagli albori, nel 1959, in versione pin-up con indosso solo un costume da bagno zebrato. In mezzo secolo, non si contano le polemiche sulla bambola-feticcio: dalla silhouette troppo snella, che indurrebbe all’anoressia, all’accusa di incarnare lo stereotipo della svampita, tutta curve e zero cervello.
«L’ICONA POP»– L’ultimo caso è quello della Barbie con i tatuaggi, firmata Tokidoki, alias Simone Legno: 34 anni, romano del Nuovo Salario, borgata a nord della Capitale. Simone risponde così alle critiche rimbalzate su blog di genitori e opinion leaders americani: «Barbie è un’icona pop, al passo con i tempi: per questo ha avuto un enorme successo, non solo come giocattolo ma come fenomeno di costume. Non credo che i tatuaggi siano una novità così sconvolgente: ormai, complici star come Lady Gaga, sono entrati a far parte della nostra cultura». Lo dimostrano i dati di vendita, a un mese dal lancio (il prodotto è distribuito online, al costo di 40 dollari): «Scorte esaurite in poche ore. Fan e collezionisti si sono scatenati ed è partita la caccia. Non sappiamo come arginare le richieste».
LA POLEMICA– Il polverone mediatico, di sicuro, ha contribuito: «Ne hanno parlato tutti, dalla Cnn al Los Angeles Times, per fortuna sono riuscito a metterne da parte una per mia madre». Il designer non è nuovo alle rampogne: «Ogni tanto, ricevo lamentele per alcune grafiche raffigurate sui miei prodotti. Pistole, proiettili, o una ragazza in posa sensuale hanno fatto arrabbiare qualche mamma». Già, perché il suo immaginario, tra la leziosità kawaii di stampo giapponese e quella nota un po’ ruffiana da mago del cool, piace a un pubblico trasversale: baby fashionisti, adolescenti precoci, «over anta» nostalgici. Motivo per cui Tokidoki spopola non solo tra i divi di Hollywood come Paris Hilton e Fergie, la cantante dei Black Eyed Peas. E continua a collaborare con le griffe più alla moda, dal settore delle automobili alla cosmesi. La casa madre di Los Angeles offre lavoro a una quarantina di persone, con propaggini in tutto il mondo: punti vendita nei grandi centri commerciali, partner prestigiosi e, ovvio, l’e-commerce.
IL SUCCESSO– Già, perché il successo di Simone è merito, anche, del Web 2.0. Vero che, fin da piccolo, disegnava personaggi con gli occhi a mandorla, robot e ciotole di riso. Vero che il melting-pot, fatto di telefilm americani e fumetti manga, è stato la sua scuola. E però, dopo il diploma allo Ied (Istituto europeo di design), senza Internet magari la svolta non sarebbe arrivata. Fortuna che l’ottimismo – «tokidoki» in giapponese significa «qualche volta»: pillola zen per dire che, ogni tanto, i sogni si avverano – e la tenacia lo hanno ripagato. Sponsor di se stesso, ha cavalcato l’effetto moltiplicatore della Rete: «Per diffondere il mio messaggio – ricorda il creativo – scrivevo a tutti i blog di design, partecipavo a concorsi e interagivo con ogni genere di community. E’ stato così che ho trovato i primi lavori da freelance». Ed è così che, nel 2004, entra in società con il brand di cosmetici Pooneh: per Tokidoki, è l’anticamera del successo planetario. Talento d’importazione, agli emergenti non consiglia di emigrare a tutti i costi: «Tramite il Web si ha la possibilità di farsi conoscere e di creare il proprio business. Impegno e dedizione, certo, sono requisiti fondamentali». Lo sa bene l’infaticabile designer, abituato a non staccare mai: «Viaggio di continuo e, a volte, penso che se mi fermassi molti progetti salterebbero. Questa consapevolezza mi stimola a non adagiarmi e a rimanere sempre con i piedi per terra».
Maria Egizia Fiaschetti
24 ottobre 2011 09:47© RIPRODUZIONE RISERVATA
Article source: http://www.corriere.it/cronache/11_ottobre_24/barbie-tatoo-polemiche-fiaschetti_37d0b0d8-fe10-11e0-bb8b-fd7e32debc75.shtml